Alla vigilia dell’aumento di capitale di MPS, si scriveva:
“Tale aspetto è particolarmente importante per due motivi:
-
le cedole che l’istituto senese paga per i Monti Bond sono molto elevate e l’estinzione totale o parziale di essi elimina o quantomeno riduce vistosamente un notevole fardello;
- nel caso in cui la banca non fosse stata in grado di rimborsare i Monti Bond alla scadenza, l’unica alternativa sarebbe stato il pagamento tramite asset, in altre parole la nazionalizzazione. La nazionalizzazione implica l’azzeramento dei titoli azionari. L’aumento di capitale riduce notevolmente (se non addirittura annulla) tale rischio e quindi il principale motivo che ha frenato il recupero di MPS. Pertanto, le probabili forti oscillazioni che il titolo dovrebbe avere in fase di aumento di capitale potrebbero rivelarsi delle ottime occasioni di ingresso in un ottica di medio/lungo periodo.”.
Le settimane successive sono state effettivamente caratterizzate da notevoli oscillazioni:
Ricapitolando, s’è partiti da un TERP pari a 1,5544 (equivalente a 25,197 euro pre aumento di capitale) per poi volare con un +77% ad un massimo a 2,73 euro (44,25 euro pre aumento di capitale) in appena sette sedute.
A quel punto un rapidissimo crollo verticale (-49%) ha portato il titolo a segnare il minimo di lunedì a 1,39 (22,52 pre aumento di capitale) per poi rimbalzare.
Si osservi come la reazione sia avvenuta proprio a contatto della trendline di minimi crescenti del titolo.
A ciò si aggiunga il notevole calo della volatilità nelle ultime sedute, aspetto anch’esso favorevole ad un recupero di MPS:
Al momento l’impostazione è rialzista e verrà meno solo con l’eventuale rottura convinta della trendline di minimi crescenti.
Riccardo Fracasso
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