Come già recentemente affermato, uno dei principali motivi che spingono verso l’alto i listini azionari è la ricerca di rendimenti accettabili da parte degli investitori.
Ormai da diversi mesi, infatti, per trovare titoli di debito (quindi obbligazioni) con rendimenti reali (quindi al netto dell’inflazione) positivi è necessario:
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alzare il rischio ricercando emittenti con rating basso: è questo uno dei motivi alla base del forte calo dei rendimenti dei nostri titoli di stato;
- allungare oltremodo la scadenza (anche in questo caso, però, aumenta il rischio).
Considerando che in entrambi i casi il rischio aumenta, gli investitori stanno diversificando il proprio portafoglio anche attraverso investimenti azionari, con un occhio di riguardo a quei titoli che staccano dividendi generosi.
Tale comportamento non fa una piega, anche se non va scordato che si sta pur sempre parlando di un rialzo favorito da una minor avversione al rischio da parte degli investitori.
Ad ogni modo, ripeto, in questo contesto sono ben visti i titoli con dividendi generosi.
Al nostro listino non mancano questi titoli, ma è bene evidenziare quanto successo nella settimana appena conclusa:
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Fiat ha annunciato che quest’anno non staccherà dividendo;
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Saipem ha comunicato utili sotto le attese nel 2012 ed in fortissimo calo nel 2013, il che, con ogni probabilità, dovrebbe portare quantomeno ad un deciso ridimensionamento del dividendo;
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Eni detiene il 43% di Saipem ed è possibile che anch’essa decida per una riduzione del dividendo.
In sintesi, per quanto sia vero che in una situazione di minore avversione al rischio il nostro mercato (come tutti gli indici maggiormente colpiti da violente vendite fino alla metà del 2012) possa riscuotere particolare interesse da parte degli investitori, esistono aspetti (taglio dividendi, incertezza politica, dati dell’economia reale molto negativi, ecc.) che ne riducono l’appeal.
Alle notizie sopracitate da aggiungere la vicenda MPS; nonostante il recente prestito dello stato di 3.9 miliardi abbia risolto, almeno nel breve, i problemi di liquidità dell’istituto, l’accanimento dei media sta creando inevitabili turbolenze che ovviamente pesano anche sul nostro indice.
Ora passiamo al quadro grafico del Ftse Mib:
Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 17.319 punti, registrando un -0,69%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -2,3%.
Mercoledì scorso, dopo aver evidenziato la formazione di Engulfing Bearish, si precisava:
“In buona sostanza, abbiamo una figura che va ritenuta attendibile, il che significa che è probabile una prosecuzione della correzione.
Tuttavia, non escludo assolutamente che tale continuazione della discesa possa essere anticipata da un momentaneo impulso al rialzo che potrebbe esser sfruttato per l’apertura di posizioni short; affinchè l’impostazione ribassista non sia intaccata, sarà necessario che in caso di rimbalzo il Ftse Mib non si porti oltre la metà del corpo dell’ultima candela (17.629 punti).”
Grafico aggiornato:
Come potete osservare, l’impulso al rialzo del quale facevo riferimento s’è effettivamente verificato, ma mantenendosi a debita distanza da quel livello (17.629 punti) oltre il quale era necessario andare per smentire la Engulfing Bearish.
In buona sostanza, il segnale ribassista indicato dalla Engulfing Bearish resta valido.
Approfondiamo analizzando i trend:
Il ribasso di questa settimana ha causato l’inversione al ribasso del trend di breve e di quello di medio periodo, il che rappresenta ovviamente un indebolimento della tendenza del nostro indice; tuttavia, il grafico ci mostra anche come la 25+5 (linea rossa – trend di lungo) negli ultimi due giorni abbia contenuto i minimi.
Andiamo ora a vedere l’andamento della seduta odierna per valutare la qualità del -0,69% di oggi:
Com’è possibile notare nell’ultima fase della seduta il Ftse Mib, grazie al rialzo dello S&P 500, ha recuperato parte delle perdite.
A mio avviso il trend di lungo positivo ed il recupero finale lasciano aperte le possibilità per qualche ulteriore tentativo al rialzo; tuttavia, la Engulfing Bearish e la vistosa minore forza relativa del Ftse Mib (oltre a quello dell’IBEX) mi lasciano credere che eventuali impulsi rialzisti non dovrebbero avere grandi margini.
Riccardo Fracasso
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