S&P 500: raffronto con l’oro
Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 1.691 punti, registrando un -0,36%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -1,07%.
Grafico:
Il ribasso settimanale, a mio avviso, al momento non intacca in alcun modo l’impostazione rialzista di fondo dello S&P 500.
Grafico:
Difatti, un primo campanello d’allarme suonerebbe solo con una perforazione convinta del precedente massimo di periodo a 1.687 punti registrato il 22 maggio, che relegherebbe il recente superamento come una pericolosa falsa rottura.
Un segnale ancor più grave lo si avrebbe con una discesa al di sotto dei 1.560 punti, che darebbe origine ad un minimo decrescente.
Tuttavia, si sta parlando di semplici ipotesi mentre quel che di concreto ora abbiamo sotto al naso è, ripeto, un grafico che resta impostato al rialzo.
Da monitorare quindi l’evoluzione, com’è inoltre da seguire con estrema attenzione l’andamento dello Spread tra le performance dello S&P 500 e dell’Oro:
Un grafico in salita rappresenta uno S&P 500 con maggior forza relativa rispetto all’Oro (quindi sale di più o scende di meno) e viceversa.
Ciò premesso, dopo un netto andamento sovraperformante dell’indice americano, nelle ultime settimane lo S&P 500 appare meno brillante.
Il superamento della resistenza indicata nel grafico rappresenterebbe un bel segnale rialzista per lo S&P 500.
Al contrario, l’incapacità di superare tale resistenza e ancor più la rottura del supporto indicato in figura, pur non significando necessariamente uno S&P 500 negativo, implicherebbe comunque un listino americano meno forte rispetto all’oro e, poiché l’oro è spesso usato dagli investitori istituzionali come bene rifugio, ci indicherebbe che una componente importante del mercato è più orientata ad assicurarsi da eventi negativi che ad incrementare le posizioni azionarie americane in portafoglio.
Premesso che è ancor prematuro per affermazioni ufficiali, quella cui stiamo assistendo potrebbe essere (il condizionale allo stato attuale è d’obbligo visto che servono conferme fondamentali) la fase del passaggio di testimone dallo S&P 500 all’oro, che vede inizialmente l’indice americano che, pur proseguendo la propria salita, rallenta la marcia nei confronti del metallo prezioso, e che in un secondo momento (anche distante nel tempo) inverte.
Riccardo Fracasso
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