Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 1.906 punti, registrando un +2,03%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +1,42%.
Giovedì s’è evidenziando un range laterale entro il quale si muove l’indice americano dall’Ottobre del 2014.
Grafico aggiornato:
Lo studio di tale range porta preoccupazioni ed al tempo stesso notizie positive.
Partiamo dalle prime.
La formazione di un range laterale, per quanto possa essere sia distributiva che accumulativa, dopo un rialzo così spettacolare come quello avviatosi nel Marzo del 2009 non può che alimentare sospetti.
Sospetti, per esempio, che le mani forti stiano pianificando da un anno una strategia per alleggerirsi e, al momento opportuno, far crollare il mercato per diffondere incertezza e per crearsi una straordinaria opportunità di ingresso.
Questa è una pura ipotesi che, però, va tenuta in debita considerazione, nonostante l’ambiente (carenza di alternative e politica monetaria espansiva) sia favorevole all’equity.
Sia chiaro, non si sta escludendo lo scenario di un’uscita verso l’alto dal range, ma si ritiene che nel caso in cui in futuro (non credo nell’immediato) dovesse presentarsi o ripresentarsi un pretesto negativo (rallentamento economico?), la mano primaria potrebbe decidere di sfruttarlo per completare il piano.
Vedremo col tempo, ora è presto.
Ora passiamo alla notizia positiva.
I prezzi hanno riconosciuto proprio in questa settimana l’importante supporto rappresentato dai minimi dell’Ottobre 2014 in area 1.820 punti.
Ciò dovrebbe favorire per alcuni mesi una tendenza rialzista.
Nel seguente grafico osserviamo la distribuzione dei volumi sui prezzi nel range laterale:
Si osservi una notevole concentrazione di volumi a 2.070 punti; in gergo, tale livello si definisce POC (point of control) e suggerisce una corposa partecipazione della mano primaria in questa area di prezzo.
Il POC può agire come:
- Magnete (tende ad attrarre verso sé il prezzo);
- Repulsore (una volta attratto il prezzo tende a respingerlo).
Fino a che il POC agisce da magnete, le quotazioni oscillano intorno allo stesso (comportamento che alimenta ulteriormente il POC) ed il target finale di ogni rialzo sarà rappresentato dalla parte superiore del range (area 2.120).
Un segnale che solitamente anticipa la trasformazione del POC da magnete a repulsore è il seguente: i prezzi, anzichè continuare ad attraversare il POC, improvvisamente, durante l’ennesima oscillazione si fermano ed invertono senso di marcia.
Pertanto, in futuro sarà bene valutare il comportamento dell’indice all’eventuale raggiungimento di area 2.070.
Riccardo Fracasso
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