Venerdì scorso, nella consueta analisi del Ftse Mib:
“Non si sta affermando che il calo sia concluso definitivamente (anche per via del segnale ribassista dell’RSI settimanale) ma che potrebbe esser interrotto temporaneamente da un breve rimbalzo e successivamente proseguire.”.
Le cose sono andate effettivamente come ipotizzato.
Difatti, già lunedì s’è avuta una chiusura positva, spezzando la sequenza di 5 sedute consecutive negative, per poi lasciar presto nuovamente spazio alle vendite.
A conferma di ciò il forte calo odierno (-2,33%).
La chiusura di seduta sui minimi ne rende probabili ulteriori per la prossima.
Per di più, la debolezza del comparto bancario (-3,49%) avvalora la tesi secondo cui le vendite non siano esaurite.
Attenendosi a tale scenario andiamo a cercare un possibile target ribassista:
Il calo potrebbe avere come obiettivo la trendline ribassista di lungo termine superata da circa un mese (vedi retta rossa).
Nel caso in cui il nostro listino dovesse effettivamente raggiungere tale area ed a quel punto riprendere la strada rialzista, il movimento andrebbe classificato come un pull back e quindi il calo in corso avrebbe valenza positiva.
Al momento la trendline si muove intorno ai 20.200 punti.
Il fatto che si stia parlando di una trendline di lungo periodo impone una certa elasiticità; pertanto, una eventuale temporanea discesa intraday fino al livello del 23,6% di Fibonacci (19.870) non andrebbe considerato come evento di rottura dell’area intorno alla trendline.
Solitamente assegno poca importanza al livello del 23,6% di Fibonacci, ma ritengo utile fare un’eccezione considerata la forza di fondo del nostro listino e la vicinanza della trendline di lungo periodo.
L’eventuale raggiungimento da parte del Ftse Mib della trendline rossa significherebbe un calo dai massimi (20.210 punti) di circa il 9%, correzione che metterebbe in discussione le convinzioni di molti rialzisti.
Tuttavia, stiamo pur sempre parlando di una correzione che, in questa fase in cui era comunque previsto un aumento di volatilità, rientra nella normalità.
In altre parole, considero tale correzione come un’occasione di acquisto.
D’altra parte, le correzioni servono proprio per correggere gli eccessi tecnici, per portare incertezza tra gli investitori (perlomeno nel cosiddetto ‘parco buoi’) e per dare l’opportunità alle mani forti di acquistare a prezzi migliori.
Riccardo Fracasso
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