Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 19.028 punti, registrando un +1,63%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -0,87%, variazione negativa ma ben più digeribile se si considera che nella fase più acuta era del 7%.
Mercoledì si scriveva:
“In buona sostanza, se il mercato torna ad essere tecnico e meno emotivo, nel pieno della volatilità sussistono svariate precondizioni per un rimbalzo anche consistente.”
Il rimbalzo s’è effettivamente avviato e, quindi, andiamo alla ricerca di uno o più target potenziali.
Innanzitutto, ho esaminato il comportamento del nostro indice nei precedenti casi degli ultimi 10 anni in cui l’RSI settimanale è caduto in area di ipervenduto: dallo studio sono emersi rimbalzi di almeno 10 punti percentuali (ma anche sensibilmente più consistenti) dai rispettivi minimi.
Ad ogni modo, torniamo alla stretta attualità ed applichiamo i ritracciamenti di Fibonacci alla correzione considerando come punto di partenza il massimo di Luglio:
Apro una breve parentesi: l’andamento del mercato conferma ancora una volta la bontà della forchetta ribassista che governa in modo quasi chirurgico il calo in corso da qualche mese.
Torniamo a Fibonacci.
Come precisato in più occasioni, il più delle volte un rimbalzo si interrompe al livello del 38,2%; pertanto, l’area intorno a 20.251 punti rappresenta per questo recupero un target potenziale credibile, dal quale potrebbero scattare prese di beneficio più o meno intense .
Ora, sempre a titolo di semplice ipotesi in attesa di conferme, introduciamo un nuovo elemento tecnico al nostro grafico:
Fino a che rimarrà inviolata la parallela inferiore di tale forchetta, secondo la statistica sussiste l’80% di probabilità che i prezzi raggiungano l’area intorno alla mediana che attualmente transita a 21.900 punti, valore che, però, col passare del tempo è destinato a salire in modo significativo.
Riassumendo:
- rimbalzo fino ad area 20.250 punti;
- possibili prese di beneficio con minimo crescente (non si esclude un movimento di riconoscimento della forchetta);
- estensione rialzista verso la mediana della nuova forchetta rialzista.
Giusto segnalare, per chi fosse disposto ad accettare l’eventuale correzione (più o meno intensa) del punto 2, che il rischio è che la stessa si riveli più profonda del previsto, capace di registrare un minimo decrescente che, evidentemente, invaliderebbe la nuova forchetta.
Inoltre, per quanto ovvio, si ricorda che qualsiasi ipotesi sia da verificare step by step e, se necessario, messa in discussione con la dovuta elasticità.
Gli imprevisti fanno parte del ‘gioco’ e l’eventuale cedimento della parallela inferiore della nuova forchetta e successivamente del supporto statico in area 17.700 rappresenterebbero segnali inequivocabilmente negativi.
Abbiamo avuto modo di constatare proprio in queste settimane come anche la semplice disinformazione (mi riferisco a quella che è stata fatta sul settore bancario italiano) possa provocare ripercussioni molto violente sui mercati.
Tuttavia, la profondità del calo delle ultime settimane aumenta le possibilità che l’eventuale successiva correzione disegnerà un minimo crescente.
Al termine del primo rimbalzo, probabilmente, i prezzi non avranno comunque abbandonato la forchetta ribassista di medio termine.
A quel punto, sarà determinante la capacità dell’indice di mantenersi al di sopra della parallela inferiore della nuova forchetta rialzista.
In buona sostanza, stiamo parlando di un andamento che comporterebbe un certo impatto psicologico per l’investitore (giusto per avvisare).
Ad ogni modo, nel caso in cui alla prossima riunione della BCE prevista per Marzo Draghi non dovesse deludere le attese del mercato, si innalzerebbero notevolmente le possibilità di assistere all’estensione di cui al punto 3.
Ciò che è certo è che le dichiarazioni di ieri hanno apportato un deciso cambio di sentiment sul mercato.
Riccardo Fracasso
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