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Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 19.195 punti, registrando un -3,07%.

Il bilancio settimanale è pari ad un -3,39%.

Da qualche settimana il concetto di convenienza è passato in secondo piano e l’attenzione degli investitori si è spostata sempre più al rischio di un rallentamento economico mondiale molto marcato (Cina, petrolio, ecc.).

Non si dubita che, nel momento in cui il mercato tornerà a ricercare rendimento, lo farà attraverso l’equity, ma s’è consapevoli che nel frattempo gli asset più volatili hanno sofferto enormemente, fase che peraltro non può dirsi conclusa.

Passiamo all’aspetto grafico.

Si precisa sin da subito che, col cedimento del rassicurante riferimento offerto dalla forchetta ascendente di lungo termine avvenuto la scorsa settimana, dal punto di vista prettamente grafico l’ipotesi rialzista (non si sta parlando di semplice rimbalzo) è passata dall’essere probabile all’essere semplicemente possibile.

Per cui, quel che fino a due settimane fa si indicava come scenario probabile, graficamente parlando, ora va considerato come una tra le varie ipotesi possibili.

In tali circostanze, fino a che non emerge con chiarezza lo scenario su cui puntare, è buona norma mantenere un atteggiamento prudente, finalizzato a contenere il rischio più che alla ricerca del rendimento.

Tradotto: ogni rimbalzo costituisce un’occasione per alleggerire ed attendere la costruzione di una chiara impostazione rialzista.

La scorsa settimana si scrisse:

“A questo punto c’è molto da costruire dal punto di vista grafico.

Serve:

  1. un minimo da cui ripartire;
  2. recuperare quanto prima la forchetta di lungo termine;
  3. abbandonare la forchetta ribassista (il che richiede il superamento della parallela superiore che attualmente transita a circa 21.400 punti);
  4. un minimo crescente rispetto a quello del primo punto.”.

Si indicarono inoltre delle importanti aree di supporto:

“Di seguito si riportano le seguenti aree di supporto dei vari indici:

  • Ftse Mib = 19.600;
  • DAX = 9.550;
  • Euro Stoxx 50 = 3.000.”.

Soglie raggiunte/sforate senza alcun segno di reazione da parte degli indici, aspetto indiscutibilmente negativo cui bisogna prendere atto.

A tal proposito, di seguito il grafico del Ftse Mib:

Ftse Mib - Ritracciamenti di Fibonacci

Ftse Mib – Ritracciamenti di Fibonacci

Ora prestiamo un occhio all’RSI giornaliero:

Ftse Mib - RSI giornaliero

Ftse Mib – RSI giornaliero

L’RSI giornaliero è ricaduto in fascia di ipervenduto; come evidenziato, nei casi precedenti si avviò un rimbalzo più o meno marcato.

Inoltre, l’RSI su base settimanale è ad un soffio dall’indicare un eccesso di ipervenduto, situazione che ha un solo precedente negli ultimi 5 anni (estate 2011).

Gli eccessi non mancano quindi, ma è bene specificare che la situazione di ipervenduto non consiglia l’ingresso ma, semmai, sconsiglia l’apertura di posizioni short.

Troppo poco, quindi, per costruire una posizione long, per di più dopo una chiusura settimanale nei pressi dei minimi.

Vietato dimenticarsi che i prezzi sono tuttora governati dalla forchetta ribassista di medio periodo:

Ftse Mib - Forchetta ribassista di medio termine

Ftse Mib – Forchetta ribassista di medio termine

Al momento non sussistono le condizioni per sostenere che il minimo odierno rappresenti il target finale del calo.

E’ necessario definire un minimo di ripartenza, rimbalzare (preferibilmente oltre la parallela superiore della forchetta ribassista) e, cosa ancor più importante, che la successiva correzione registri un minimo crescente (ben visibile su base settimanale) rispetto a quello segnato.

Solo a quel punto il grafico offrirà una ritrovata solida impostazione rialzista.

Per questo motivo e per quanto premesso inizialmente, si ritiene più corretto considerare un eventuale rimbalzo come occasione per alleggerirsi ed attendere eventuali conferme.

Riccardo Fracasso

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