Partiamo subito col grafico dello S&P 500:
L’indice americano ha chiuso a 1.354 punti, registrando un -0,94%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -0,55%.
La scorsa settimana si scriveva:
“Allo stato attuale delle cose il quadro tecnico è buono, ma allo stesso tempo ritengo possibile una breve correzione al cui eventuale verificarsi sarà bene valutare se avrà o meno scalfito la situazione grafica attuale e solo in quel momento si dovrà decidere se sarà il caso di incrementare le posizioni rialziste (o fare i primi ingressi nel caso di chi non sia ancora entrato).”.
Ebbene, come il Ftse Mib, anche lo S&P ha corretto, ma per l’indice americano, a differenza di quello italiano, non abbiamo elementi per ritenere che la correzione sia destinata a proseguire; certo è possibile, ma non al punto da ritenerlo probabile.
Il nostro listino ha chiuso la seduta e la settimana sui minimi, quello americano no.
Andiamo ora ad osservare l’andamento della singola seduta, che ci consente di valutare la qualità del calo:
Un ribasso di quasi un punto percentuale (-0,94%) non è ovviamente positivo, ma il recupero dell’ultima ora e mezza potrebbe significare che qualche mano forte a fine seduta (e quindi fine settimana) abbia deciso di entrare sul mercato.
Ultime sedute:
Un altro motivo in base al quale il listino americano è meglio impostato del nostro è che, al momento, presenta tutti e tre i trend impostati al rialzo.
In sintesi, dal punto di vista tecnico la situazione è molto più tranquilla rispetto a quella del Ftse Mib; ciò non è garanzia che le cose possano cambiare in futuro, ma al momento lo scenario è questo.
Ad ogni modo, approfondendo, non vanno trascurati alcuni aspetti:
-
sono trascorse quattro settimane dalla comparsa della Engulfing Bullish (figura di inversione rialzista) e, ripeto ancora una volta, secondo uno dei testi di riferimento dell’analisi delle candele, una figura produce i suoi effetti al massimo per altre 5 settimane. Tutto ciò che va oltre, non ha alcuna attinenza con la figura. Seppur ciò non escluda che il rialzo possa protrarsi anche oltre la prossima settimana, tale dettaglio non va comunque trascurato, specialmente in un contesto come l’attuale, certamente non privo di punti deboli;
-
se le cose dovessero mettersi davvero male in Europa, la correzione americana delle ultime sedute sarebbe destinata a proseguire; per di più, l’ipotesi di un aggravamento della crisi dell’Area Euro non è assolutamente da escludere. Per esempio, dal seguente grafico si può osservare come i rendimenti dei BONOS a 10 anni (titoli di stato emessi dalla Spagna, il primo Paese che verosimilmente beneficerà dello scudo) dopo l’accordo dell’UE per lo scudo anti-spread, si siano raffreddati solo per qualche giorno per poi risalire sui livelli precedenti; da considerare inoltre che i rendimenti al momento sono in area 7%, soglia che ricordiamo essere considerata come lo spartiacque tra ciò che è sostenibile e ciò che non lo è.
Nei momenti come l’attuale, tenere liquida una buona porzione del capitale destinato al trading, potrebbe rivelarsi una decisione assai saggia.
Sono ben consapevole che una delle cose più difficili da chiedere ad un investitore sia quella di non investire, ma è bene precisare che la liquidità è un vero e proprio asset…un investimento.
Una delle più importanti caratteristiche che contraddistingue gli investitori bravi da quelli che non lo sono, è la capacità di rimanere alla finestra quando necessario.
Riccardo Fracasso
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