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Partiamo col grafico ad 1 anno dello S&P 500:

Grafico nr. 1 - S&P 500

Grafico nr. 1 – S&P 500

Attenendoci esclusivamente a questo grafico, è evidente una sequenza di minimi e massimi crescenti  che suggerisce quantomeno di acquistare sulle correzioni.

Ferma restando la indiscussa positività di una sequenza simile e che fino a che la stessa rimarrà intatta l’indice americano continuerà ovviamente a segnare nuovi picchi, il cielo sereno visibile da questo grafico si fa molto più cupo ponendo lo sguardo ad altri aspetti.

Sarebbero sufficienti elementi, più volte menzionati, come la leva sui massimi assoluti (margin debt e net margin), la salita da oltre 4 anni e mezzo con un guadagno del 161%, l’essere nel mese di ottobre, l’avvicinarsi della riduzione degli stimoli monetari (tapering) ed il recente accordo deludente sul tetto del debito che ha solo posticipato il problema, per capire che quel cielo sereno che si vede nel grafico precedente è solo di facciata.

Ma ciò che desidero approfondire oggi è quanto accennato nell’analisi di ieri:

“Lo S&P 500, infatti, negli ultimi tre mesi ha smesso di incrementare la propria forza nei confronti del BOND a 10 anni e dell’oro, e ne ha persa in modo significativo nei confronti dell’Eurostoxx e soprattutto del Ftse Mib.”.

Ecco la rappresentazione grafica dello Spread dello S&P 500 col Bond a 10 anni:

Grafico nr. 2 - Spread S&P 500 - BOND 10 anni

Grafico nr. 2 – Spread S&P 500 – BOND 10 anni

Con l’oro:

Grafico nr. 3 - Spread S&P 500 - Oro

Grafico nr. 3 – Spread S&P 500 – Oro

Con l’Eurostoxx:

Grafico nr. 4 - Spread S&P 500 - Eurostoxx

Grafico nr. 4 – Spread S&P 500 – Eurostoxx

Ed infine col nostro Ftse Mib:

Grafico nr. 5 - Spread S&P 500 - Ftse Mib

Grafico nr. 5 – Spread S&P 500 – Ftse Mib

La lettura dei grafici è semplice: una tendenza positiva rappresenta  una maggiore forza dello S&P 500 rispetto all’asset preso a confronto (quindi sale di più o scende di meno), e viceversa.

Ciò premesso, le rappresentazioni grafiche degli spread confermano quanto evidenziato ieri:

  • l’incremento della forza relativa dello S&P 500 nei confronti del Bond a 10 anni si è arrestato (Grafico nr. 2);
  • l’incremento della forza relativa dello S&P 500 nei confronti dell’oro si è arrestato (Grafico nr. 3);
  • l’incremento della forza relativa dello S&P 500 nei confronti dell’Eurostoxx si è invertito a favore di quest’ultimo (Grafico nr. 4);
  • l’incremento della forza relativa dello S&P 500 nei confronti del Ftse Mib si è invertito a favore di quest’ultimo (Grafico nr. 5).

Ovvio che, come detto in precedenza, fino a che si manterrà intatta la sequenza di minimi e massimi crescenti dello S&P 500 l’indice americano salirà, ma la perdita di forza relativa negli ultimi mesi dell’indice americano rispetto agli altri asset dipinge un quadro ben meno rassicurante di quello che vediamo nel primo grafico.

Riccardo Fracasso

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