Era il 5 Agosto del 2017 quando, per la prima volta, misi sul tavolo da lavoro l’ipotesi di inversione di lungo termine dell’oro.
In questi anni ho ripetuto svariate volte come, in ottica di investimento, fosse preferibile accettare il rischio di subire correzioni intermedie pur di non correre quello di uscire anzitempo.
Tale strategia ha ampiamente ripagato, permettendoci di vedere l’oro salire da 1.258 a 1.808 dollari (+43%!).
Il contesto e le prospettive future (rendimenti bassi e ingenti QE) restano favorevoli all’oro.
Tuttavia, giunti a questo punto, condivido alcune riflessioni personali.
Se in passato era bene non correre il rischio di uscire anticipatamente, ora, a pochi passi dai massimi storici (1.921 dollari del settembre 2011), in presenza di un deciso ipercomprato, e per di più in un anno particolare come quello in corso, ritengo debba prevalere l’obiettivo di preservare l’enorme guadagno realizzato, approfittando magari di un eventuale ulteriore allungo.
Stesso discorso per i titoli auriferi il cui guadagno è persino più corposo.
Riccardo Fracasso
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