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Troppo spesso si parla del Fondo Salva Euro come fosse la panacea di tutti i mali, per cui ritengo utile approfondire il tema.

Innanzitutto ricostruiamone, in modo molto sintetico, la cronistoria:

  1. Il 9 maggio 2010, una settimana dopo il varo di un pacchetto di aiuti per salvare la Grecia (2 maggio), è stato trovato l’accordo per la creazione del Fondo Salva Euro (EFSF – European Financial Stability Facility) col fine di fronteggiare un probabile inasprimento della crisi dei debiti sovrani.
    Tale Fondo è stato concretamente istituito il 7 giugno, ed è una società i cui azionisti sono i 17 Paesi della Zona Euro.
    Le risorse del fondo ammontavano a 750 miliardi, di cui 60 del bilancio , 440 raccolti tramite emissioni obbligazionarie e 250 (1 ogni 2 stanziati dall’UE) messi a disposizione dal Fondo Monetario Internazionale.
    Le obbligazioni sono garantite dagli azionisti, quindi dai 17 Paesi Euro.dell’Unione Europea
  2. Il 28 novembre l’Eurogruppo ha approvato un piano di 85 miliardi per aiutare l’Irlanda; questa è stata la prima volta che si fece ricorso al Fondo.
    L’Irlanda, che fino a pochi mesi prima godeva di bilanci invidiabili, è precipitata per salvare le banche private che erano entrate in crisi a causa di investimenti immobiliari azzardati.
  3. Il 12 febbraio del 2011 l’Eurogruppo ha raggiunto un accordo sulla creazione di un Fondo anticrisi permanente che sostituirà l’attuale Fondo e partirà dalla metà del 2013;
  4. Ad inizio aprile l’UE ha accolto la richiesta di salvataggio del Portogallo: il piano ammonta ad 80 miliardi;
  5. Il 21 luglio, a seguito dell’aggravarsi della situazione debitoria della Grecia, l’Eurogruppo ha approvato un secondo piano di aiuti (soprannominato ‘Piano Marshall per la Grecia’) per un totale di 158 miliardi, alimentato per la prima volta anche da istituti privati;
  6. A fine settembre si è diffusa la voce di un piano da 3.000 miliardi per allargare il Fondo Salva Euro (EFSF) col fine di sostenere le banche più fragili, in particolar modo quelle francesi e quelle tedesche, a causa della presenza nei propri bilanci di titoli governativi emessi da Paesi in difficoltà.
     
Alcune riflessioni:
  • La creazione del Fondo Salva Euro ha contravvenuto alla regola di non salvataggio presente nel trattato di Maastricht; il venire meno a tale legge ha dimostrato la straordinaria gravità della situazione.
  • La crisi dell’Irlanda, Paese che fino a pochi mesi prima era considerato un modello, ha dimostrato come nessuno Stato potesse e possa considerarsi invulnerabile.
  • Gli aiuti ad Irlanda e Portogallo hanno dimostrato e dimostrano come la Grecia non rappresenti un’eccezione e come la crisi sia globale.
    A quel punto, ci si è resi conto della possibilità che altri Paesi chiedessero aiuti, e se ciò succedesse a Stati con un debito più grande (per es. la nostra Italia) le limitate risorse del Fondo si rileverebbero insufficienti.
  • La creazione futura di un Fondo permanente (punto 3) dimostra la consapevolezza da parte delle autorità dell’incapacità di risolvere la crisi entro la metà del 2013. 
  • Il secondo piano di aiuti per la Grecia (punto 5) mette alla luce l’insuccesso del precedente tentativo (110 mld).
    Da sottolineare che si è approvato tale piano quando doveva, e tuttora deve, ancora esser concesso il benestare per l’erogazione dell’ultima tranche (8 mld) del precedente; ciò dimostra come decisioni già prese possano esser messe in discussione.
  • L’ipotesi di un allargamento del Fondo (6 punto) per ricapitalizzare gli istituti finanziari più deboli contravverrebbe l’accordo secondo il quale il Fondo non debba esser utilizzato per soccorrere le banche.
    In sintesi, prima si è deciso un secondo piano di aiuti per sostenere la Grecia con l’intervento delle banche, ed ora si vuole allargare il Fondo per sostenere….le banche.
    Se non è contagio questo.
  • Come evidenziato, le obbligazioni emesse dal Fondo Salva Euro per raccogliere denaro sono garantite dai 17 Stati dell’Area Euro (punto 1).
    Per quanto ovvio, però, quando uno Stato richiede il salvataggio smette il ruolo di garante, per cui le obbligazioni emesse per soccorrere l’Irlanda non sono ovviamente garantite dalla Grecia e dall’Irlanda stessa.
    Le emissioni per salvare il Portogallo non sono garantite ne dalla Grecia ne dall’Irlanda e tantomeno dal Portogallo.
    In buona sostanza, i Paesi garanti diminuiscono e di conseguenza devono ‘assicurare’ il buon esito delle emissioni in una misura sempre superiore.
    C’è di peggio: tra i Paesi garanti delle emissioni ci sono anche Stati che sono in seria difficoltà (vedi l’Italia e la Spagna) o che persino hanno già chiesto aiuto (le obbligazioni a favore dell’Irlanda per esempio sono garantite anche dal Portogallo, che al tempo non aveva ancora richiesto soccorso.
    In sintesi, il Fondo Salva Euro gode del massimo rating (AAA)  ma le condizioni dei garanti appaiono sempre meno brillanti, e se persino un organo internazionale dovesse riscontrare difficoltà per onorare le proprie emissioni, si andrebbe incontro ad una catastrofe.
Sono consapevole che i mercati possano proseguire il proprio rimbalzo, ma, alla luce di quanto scritto, il rischio che la situazione precipiti all’improvviso appare concreto.Riccardo Fracasso
 
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