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Venerdì s’è spiegato il recupero dei mercati con un probabile intervento del PPT.
Tuttavia, non avendone certezza (e mai ci verrà data), m’è rimasto impresso un fastidioso dubbio che mi ha portato ad analizzare con ancor maggior cura del solito la situazione.
Ripartiamo dal grafico postato martedì scorso ed ovviamente aggiornato con le ultime sedute:
Commentando il grafico, martedì scorso s’è evidenziata la scarsa reazione del nostro indice a contatto con il terzo obiettivo, livello considerato come quello più ambizioso e difficile da raggiungere.
In parole povere, se non si reagisce nemmeno in prossimità di tale soglia, dopo aver perso in 6 mesi il 39%, il mercato è destinato a doversi trovare un minimo più basso prima di rimbalzare.
Va però detto che il nostro Ftse Mib se da un lato non ha praticamente rimbalzato, dall’altro ha smesso di scendere.
In sintesi, il nostro indice ha riconosciuto un supporto.
Ecco, se devo trovare un ostacolo al nostro scenario ribassista è proprio questo, ed onestamente non è cosa di poco conto.
Il mio approfondimento, però, non è assolutamente terminato qui.
Un consiglio diffuso in Borsa è quello di assecondare il trend del mercato.
Ovviamente il trend che interessa un cassettista può divergere da quello che interessa ad un trader.
Esistono diversi modi per individuare il trend ed uno dei migliori è l’utilizzo delle medie mobili spostate.
Per brevità, d’ora in avanti indicheremo la media mobile a 7 giorni spostata di 5 e la media mobile a 25 giorni spostata di 5 giorni, scrivendo rispettivamente ‘7+5′ e ’25+5’.
Nel grafico si può ammirare (cerchio rosso) come giovedì scorso il nostro indice, dopo una salita ininterrotta e mentre guadagnava il 2,7%, venne a contatto con la 7+5 (linea blu) e ne fu respinto, tanto da segnare in chiusura un -0,24%.
Semplificando, il trend intermedio del nostro listino è tuttora ribassista.
Per trend intermedio si intende quello che più interessa agli operatori che, come me, solitamente agiscono con orizzonte temporale più lungo di quello di un trader ma più breve di quello di un cassettista.
A rafforzare la tesi di uno scenario negativo, v’è anche la 25+5 (linea rossa), che ci indica che il trend di lungo periodo è saldamente ribassista.
Inoltre, come è possibile osservare nella parte inferiore del grafico, la lieve reazione che il mercato ha avuto dopo aver toccato 14.199 punti ha consentito di scaricare in modo consistente l’ipervenduto accumulato.
Insomma, in questo periodo sento parlar molto di eccessi di vendite ma, perlomeno a livello tecnico, il Detrended lo smentisce.
Capitolo volumi: essi ci forniscono il grado di partecipazione al mercato degli investitori.
Sono ottimi indicatori anticipatori (leading indicators): una loro vistosa salita spesso anticipa l’avvio di un movimento rialzista.
Salita che, per il momento, non si è verificata nè per il Ftse Mib nè per i listini americani, nonostante lì l’impostazione grafica di breve periodo sia migliore della nostra.
Certo, si può salire anche con pochi volumi, ma è difficile rompere resistenze importanti in questo contesto.
Una loro impennata, costituirebbe un elemento assolutamente positivo, elemento che al momento è assente ma che andrà monitorato.
Una utente iscritta al blog mi ha giustamente chiesto il livello presso il quale verrebbe negato lo scenario ribassista da me ipotizzato.
Attualmente si possono indicare due livelli di negazione:
-
il superamento convinto della resistenza statica presente a 15.392 punti già evidenziato nel precedente articolo da Federico;
-
il superamento convinto della 7+5; è impossibile in tal caso definire una soglia precisa perchè la media mobile, proprio perchè mobile, si muove e con essa il suo valore.
Sia ben chiaro che il superamento di tali soglie potrebbe negare una prosecuzione del trend ribassista nell’immediato e consentire un bel rimbalzo, ma non di certo invertire il trend di fondo che, a mio avviso, resta e resterà ribassista a lungo.
L’operatività a questo punto è più che mai legata al profilo di rischio degli investitori:
-
Chi non se la sente di rischiare è corretto liquidi subito le proprie posizioni ed attenda di vedere la direzione che il mercato prenderà; ovviamente, in tal caso, l’eventuale futura apertura di posizioni short avverrebbe su soglie meno convenienti di quelle della settimana appena conclusa;
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Chi invece è disposto ad accettare il rischio, potrebbe conservare le eventuali posizioni ribassiste e, nel caso di negazione dello scenario short, potrebbe chiuderle o mantenerle diventando cassettista, con la rassicurante certezza che il trend di fondo è assolutamente negativo;
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Chi volesse ridurre in parte il rischio, potrebbe vendere metà delle proprie posizioni e tener la liquidità pronta per il momento in cui il mercato prenderà direzione.
Al momento, appartengo alla seconda categoria.
Riccardo Fracasso
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