Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.072 punti, registrando un +0,63%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +1,81%.
Marzo registra un rialzo del +6,6%.
L’indice compie l’impresa di chiudere in positivo (+0,77%) un trimestre in cui era arrivato a perdere oltre l’11%.
Notevole e positiva la maggior forza relativa della borsa americana rispetto a quelle europee (sfavorite, tra l’altro, dal rafforzamento dell’euro).
Abbiamo una chiusura giornaliera/settimanale/mensile/trimestrale nei pressi dei massimi che rende probabile:
- un nuovo massimo giornaliero nel corso della seduta di lunedì;
- un nuovo massimo settimanale nel corso di una delle 4 sedute successive a lunedì;
- un nuovo massimo mensile nel corso di una delle tre settimane successive alla prossima;
- un nuovo massimo trimestrale nel corso di Maggio o Giugno.
Tuttavia, attendersi che tale sviluppo sarà rispettato nei minimi dettagli è eccessivo.
L’indicazione di fondo da cogliere, a mio avviso, è più semplicemente quella che lo studio delle diverse chiusure suggerisce una prosecuzione rialzista di qualche mese.
Ad ogni modo, l’RSI giornaliero da ieri è entrato in area di ipercomprato, il che potrebbe portare a delle temporanee prese di profitto da collocare all’interno del quadro sopra descritto.
Ora, però, è bene riproporre l’aggiornamento di un grafico ormai di vecchia conoscenza:
Da oltre un anno il listino americano transita entro un ampio range laterale che, essendo preceduto da un fortissimo rialzo, desta preoccupazione.
Ovviamente, tale movimento laterale potrà rivelarsi o una fase distributiva o accumulativa.
Ora, avviciniamo lo sguardo per esaminare nuovamente la distribuzione dei volumi all’interno di questo range:
Come già evidenziato in passato (ed ampiamente approfondito nell’ultimo check up), spicca una notevole concentrazione di volumi in area 2.070 punti; in gergo, tale livello si definisce POC (point of control) e suggerisce una corposa partecipazione della mano primaria in questa soglia di prezzo.
Il POC può agire come:
- Magnete (tende ad attrarre verso sé il prezzo);
- Repulsore (una volta attratto il prezzo tende a respingerlo).
Fino a che il POC agisce da magnete, le quotazioni oscillano intorno allo stesso (comportamento che alimenta ulteriormente il POC).
Un segnale che solitamente anticipa la trasformazione del POC da magnete a repulsore è il seguente: i prezzi, anzichè continuare ad attraversare il POC, improvvisamente, durante l’ennesima oscillazione si fermano ed invertono senso di marcia.
Il POC è stato raggiunto proprio con le ultime sedute; le considerazioni espresse nella prima parte del post legate alle chiusure sulle diverse scale temporali indicano un POC che dovrebbe continuare ad agire come magnete; verificheremo.
Ad ogni modo, un elemento di forte preoccupazione (manifestata da oltre due mesi) è rappresentato dal posizionamento del POC nella parte superiore del range laterale.
Solitamente tale aspetto è caratteristico di una fase distributiva e non accumulativa.
Difatti, è lecito ipotizzare che se la mano primaria partecipa al mercato a livelli talmente elevati, lo faccia per vendere e non per acquistare, a maggior ragione dopo un rialzo come quello avviatosi nel Marzo del 2009 che ha portato le quotazioni a più che triplicarsi.
Inoltre, nella fase avanzata di simili movimenti laterali, talvolta capita che la mano primaria, dopo aver già distribuito gran parte della propria posizione, favorisca una falsa rottura al rialzo del range laterale finalizzata ad ultimare la liquidazione a prezzi molto elevati, proprio quando il resto del mercato (il cosiddetto parco buoi) acquista sull’illusione che il peggio sia ormai alle spalle.
Si tratta della cosiddetta Bullish trap (trappola per rialzisti).
Tale scenario è da tenere in considerazione nel caso specifico.
Riccardo Fracasso
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