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Lo S&P 500  ha chiuso la seduta a 1.663 punti, registrando un +0,39%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +0,46%.

Grafico:

Grafico nr. 1 - S&P 500

Grafico nr. 1 – S&P 500

Il rialzo di questa settimana al momento non elimina in alcun modo le preoccupazioni espresse la scorsa settimana.

Grafico:

Grafico nr. 2 - S&P 500

Grafico nr. 2 – S&P 500

A dispetto della performance positiva, infatti, il rimbalzo della settimana appena conclusasi, potrebbe avere valenza negativa, nel caso in cui andasse a segnare un doppio massimo o un massimo decrescente rispetto al picco segnato il 2 agosto e che rappresenta tutt’oggi il livello più alto mai raggiunto.

Al contrario, una rottura convinta di area 1.709 punti andrebbe letta come una dimostrazione di ritrovata forza da parte dello S&P 500.

Guardando verso il basso, invece, ribadisco l’importanza di un’altra soglia già evidenziata la scorsa settimana:

“Alla luce di quanto appena rimarcato, l’area da monitorare è 1.552-1.576 punti ed una sua eventuale rottura convinta da parte dello S&P 500, quindi, non solo implicherebbe la presenza di minimi decrescenti precedentemente citati, ma pure un segnale negativo di lungo termine.”.

Concludo ricordando che da ieri (fino a domenica mattina) si sta tenendo la consueta riunione annuale di Jackson Hole, dove si stanno incontrando i presidenti delle banche centrali ed importanti economisti per discutere di temi economici.

L’assenza di Draghi e Bernanke già lasciavano pensare che, al contrario dei precedenti appuntamenti di Jackson Hole, nessuna novità importante sarebbe stata annunciata.

Difatti, l’intervento (già avvenuto) della sostituta di Bernanke, Janet Yellen (sua vice e candidata alla sua successione) non ha presentato novità di rilievo.

Riccardo Fracasso

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