From the daily archives: mercoledì, Giugno 29, 2011
Nonostante i chiari segnali di rallentamento economico degli Stati Uniti, analizzando lo S&P; 500 dal punto di vista squisitamente tecnico si possono notare ben 4 motivi che propendono per un rimbalzo.
Solitamente, per grafici superiori a 6/9 mesi è buona regola utilizzare candele settimanali, ma in questo caso farò un eccezione dovendo evidenziare, tra l’altro, la media mobile a 200 giorni.
Lo S&P; attualmente si trova:
· all’interno dell’area di supporto contenuta tra la soglia del 66,66% (2/3) ed il ritracciamento di Fibonacci del 61,8% rispetto all’ampiezza dell’enorme gamba ribassista del periodo ottobre 2007 – marzo 2009, visibile nel grafico;
· a ridosso del supporto dinamico (linea blu) che unisce i minimi assoluti di marzo 2009 e quelli relativi di luglio 2010;
· vicino al precedente minimo di marzo a 1.249,05; esso rappresenta un supporto statico (linea marrone);
· a contatto della media mobile a 200 giorni (linea rossa) che, come abbiamo recentemente affermato, rappresenta un importantissimo supporto/resistenza a seconda che i prezzi del mercato transitino al di sopra o al di sotto di essa.
In sintesi, abbiamo ben 4 supporti, ed essendo i supporti livelli di prezzo in cui la pressione degli acquirenti aumenta, di pari passo crescono anche che le probabilità per un rimbalzo.
Ad avvalorare quanto finora scritto ci sono le ultime due sedute, in cui lo S&P; 500 ha rimbalzato (+2,22% complessivo) sembrando di dimostrar di aver riconosciuto la presenza di tali soglie.
Tuttavia, in Grecia c’è attesa per capire se il piano di austerity, fondamentale per l’ottenimento degli aiuti, sarà accolto o rigettato.
Tutto ciò dovrà esser deciso entro domani: un eventuale rigetto vorrà dire fallimento immediato e probabile rottura dei supporti sopracitati con un accelerazione ribassista.
Al contrario, un accoglimento potrebbe (il condizionale è d’obbligo) contribuire ad alimentare il rimbalzo, anche se personalmente ritengo che lo scenario di fondo rimarrebbe negativo e che si ritarderebbe il default, ma non lo si eviterebbe.
Riccardo Fracasso
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