Capita spesso a chi investe d’esser ‘distratti’ dai vari falsi segnali che frequentemente si verificano, perdendo di vista ciò che magari abbiamo comodamente sotto gli occhi.
 
 
Di seguito riporto il grafico trentennale dello S&P; 500:
 
Come potete osservare, dopo un ventennio di rialzi esponenziali, nell’ultimo decennio la salita s’è arrestata (un misero + 0,88% dalla chiusura del 2000 a quella di ieri).
 
 
 
Andiamo ora a vedere il grafico di pari durata dell’oro:
 
 
 
Dopo un ventennio speso in calo, l’oro, nell’ultimo decennio ha invertito al rialzo dando vita ad una salita vertiginosa tuttora in atto (dalla chiusura del 2000 a quella di ieri +494,74%).
 
A caldo si potrebbe giustamente evidenziare che è assolutamente accettabile che lo S&P; 500, dopo lo stratosferico  rialzo del periodo 1980-2000, si sia preso un po’ di pausa, ma ciò che preoccupa è la contestualità con la quale invece il prezzo dell’oro sia volato alle stelle.
Tutti conoscono la funzione di bene rifugio che tale metallo ha, e visto e considerato che a muoverne il prezzo non sono i piccoli investitori ma quelle ‘mani pesanti’ che  spesso e volentieri  sono nella ‘parte giusta’ del mercato, la loro decisione di acquistare oro a scapito delle azioni negli ultimi anni andava e va tuttora letta come un frastornante campanello d’allarme.
 
Riccardo Fracasso
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