FTSE Mib: Il punto della situazione
Considerato il momento, scrivo anche di lunedì per esprimervi alcune mie considerazioni.
Ultime sedute:
Chiusura odierna a 13.850 punti, registrando un -3,83%.
Mi rendo assolutamente conto che sedute come quella odierna psicologicamente possano far credere che non ci sia un fondo al calo iniziato da metà marzo, ma magari è quanto qualcuno vuol farci pensare.
Andiamo intanto a rileggere quanto scritto nel finesettimana:
“Concludendo, possiamo ipotizzare i seguenti due scenari:
-
il Mib ritesta area 14.146, costruendo un doppio minimo o due minimi crescenti dai quali risalire;
-
il mercato si pone come obiettivo i 13.610 punti (in quanto obiettivo non è detto lo raggiunga);
Riterrei invece improbabile l’ipotesi che vede il nostro listino nella prossima settimana salire costantemente senza prima correggere.”.
E’ evidente che quanto successo oggi, almeno per il momento, è fedele alla seconda ipotesi da noi avanzata.
Ci tengo ad evidenziare anche il titolo dell’articolo di venerdì che era davvero alquanto esplicito:
“Ftse Mib: bisogna scendere ancora per poter rimbalzare.”.
Questa premessa per sostenere che quanto finora accaduto non ci sorprende e quindi non ci spaventa.
Ovviamente non posso escludere completamente l’ipotesi che la correzione durerà ancora per diverse settimane, ma al momento sarei portato a classificarlo come un scenario possibile, ma non così tanto per poterlo definire probabile.
Sappiamo che il Mib ha ora come obiettivo area 13.610.
Sappiamo pure che un obiettivo, in quanto tale, non è detto che debba esser raggiunto.
La chiusura sui minimi di oggi ne rende probabili ulteriori per la seduta di domani e, quindi, si potrebbe realmente cercare di raggiungere o perlomeno avvicinare area 13.610 punti.
Bene, io sono dell’idea che nel caso in cui ciò dovesse concretarsi, tale discesa andrebbe presa come un’occasione per ridurre o addirittura azzerare eventuali posizioni short in portafoglio; è lecito anche tener aperte alcune posizione ma solo proteggendole con un trailing stop.
Qualcuno ora forse si chiederà, allora, se a quel livello sarà bene aprire posizioni long.
Prima di rispondere è bene sottolineare che un conto è chiudere posizioni short per portare a casa un ottimo profitto, un altro è aprire un long.
Tuttavia, un’operazione del genere può esser presa in considerazione da parte di investitori alquanto aggressivi, ma con l’uso obbligatorio di uno stop loss appena sotto i 13.610 punti.
E gli investitori più prudenti? A mio avviso dovrebbero entrare solo in caso dell’eventuale comparsa di una figura di inversione rialzista (magari un hammer), il che comporta minore rischio ma anche, ovviamente, un ingresso a prezzi superiori.
D’altra parte, gli investimenti sono un ‘gioco’ di rendimento e di rischio, se si aumenta il rischio cresce la perdita potenziale ma anche il rendimento potenziale, e viceversa se si abbassa.
Un altro dubbio che suscita la correzione di oggi è la tempistica con la quale s’è verificata: non sempre, ma talvolta grandi movimenti (in tal caso al ribasso) di inizio settimana nascondono falsi segnali.
Dall’altra parte dell’Oceano, pure lo S&P 500, almeno per il momento, non sta facendo qualcosa di diverso di quanto previsto nel finesettimana:
“Ora, tenendo presente tutte le considerazioni fin qui espresse, la mia previsione per lo S&P 500 è la seguente:
-
nel corso della seduta di lunedì scivolerà al di sotto della retta ‘S’ e segnerà minimi giornalieri inferiori a quelli registrati ieri;
-
pur non sapendo sin d’ora se il calo proseguirà anche le sedute successive, probabilmente non sarà tale da provocare una rottura convinta dell’area di supporto 1.347-1.370 punti, area all’interno della quale, per di più, v’è un’importante concentrazione di volumi (1.367) ed un minimo (1.357) che è stato recentemente toccato per poi rimbalzare.
Continuo a ritenere l’eventuale movimento una correzione all’interno di un movimento rialzista, e come tale va considerato come l’occasione per ottimizzare l’ingresso a prezzi più convenienti rispetto a quelli passati.
La tenuta di uno dei livelli sopracitati andrà letta come un segnale di entrata (ovviamente sempre bene accompagnare gli ingressi con l’uso degli stop loss).”.
L’indice americano, dopo aver toccato un minimo proprio a 1.358 punti, è rimbalzato e, mentre scrivo, transita a 1.365 punti.
Lo scopo di quest’articolo non è tanto quello di invitarvi ad esser necessariamente ottimisti, ma quello di non lasciarvi trascinare dal panico ed escludere a priori l’ipotesi che il rimbalzo sia vicino.
Solo nel caso di rottura convinta e confermata in chiusura dei livelli citati lo scenario si farebbe più cupo.
Riccardo Fracasso
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