Ftse Mib: reazione composta al declassamento
Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso la seduta a 16.061 punti, registrando un -0,43%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -0,88%.
La scorsa settimana s’era scritto:
“Proseguendo con l’analisi va detto che la chiusura settimanale nei pressi dei massimi ne rende probabili ulteriori nella prossima.”.
Il downgrade di venerdì sera da parte di Fitch ha impedito d’assistere all’atteso allungo.
Ciononostante, la risposta al declassamento s’è tradotta in un calo indiscutibilmente contenuto (un -0,88% settimanale non è certamente discesa di gran portata).
Inoltre, da registrare che, a distanza di 3 settimane dalle elezioni (che ricordo averci ‘regalato’ una situazione di probabile ingovernabilità), fatta eccezione la volatilità della fase iniziale, non v’è stata traccia di panico.
Parte del merito di questa reazione composta va attribuito alla forza dei listini americani che, evidentemente, ci hanno aiutato.
Tuttavia, a mio avviso, il motivo della tenuta del Ftse Mib non può essere ricondotta esclusivamente al buon andamento del mercato americano (in presenza di vero panico, come nel 2011, si sarebbe crollati in ogni caso), ma anche dal fatto che il nostro indice era in discesa dal 30 gennaio, quindi ben prima lo svolgersi delle elezioni.
In altre parole, dopo diverse settimane spese al ribasso, s’erano venute a creare le condizioni per cui era lecito attendersi l’attenuazione, almeno temporanea, delle pressioni dei venditori.
Per di più, il violento ribasso aveva portato il Ftse Mib nei pressi della media mobile a 200 giorni (linea viola – vedi grafico nr. 1), la quale sappiamo essere spesso in grado di contenere i movimenti dell’indice.
Ora, però, viene il difficile.
Innanzitutto va detto che se da una parte è vero che il nostro mercato nelle ultime due settimane ha tenuto, dall’altra è altrettanto vero che non s’è nemmeno reso protagonista di rally spettacolari.
C’è inoltre da chiedersi quale potrà esser la sua reazione nel caso in cui dovesse venir a mancare il sostegno da parte del mercato americano, il quale, per quanto in salute, è piuttosto tirato ed in piena area di resistenza (S&P 500).
Per di più, c’è da domandarsi se quel panico che, fatta eccezione per un paio di sedute, finora non s’è visto, non possa entrare in scena nel caso in cui i tentativi per la formazione del governo italiano dovessero rivelarsi negativi.
Infatti, ho qualche difficoltà a prendere in considerazione l’ipotesi di un rialzo solido (quindi, che non sia semplice rimbalzo) per il nostro Ftse Mib nel bel mezzo di una crisi politica.
D’altro canto, nell’eventualità in cui si dovesse trovare una soluzione politica sufficientemente stabile, m’attenderei che il Ftse Mib sovraperformasse rispetto alla maggior parte degli altri indici azionari per qualche mese (fermo restando che resterebbe comunque la crisi economica che col tempo tornerebbe a farsi sentire).
A differenza della settimana scorsa, il trend di breve è stato invertito al ribasso.
Quello di medio rimane impostato al rialzo e quello di lungo al rialzo.
Se da una parte, come precedentemente fatto, va segnalata la tenuta della media mobile a 200 giorni (aspetto positivo), dall’altro va osservato come la 25+5 (linea rossa che ci aiuta a stabilire il trend di lungo termine) da oggi sembra far sentire il proprio peso (aspetto negativo).
Come precedentemente scritto, da monitorare sia l’andamento dello S&P 500 che gli sviluppi politici dell’Italia, entrambi aspetti che andranno inevitabilmente ad incidere sul nostro indice.
Nel caso di rialzo, le aree di riferimento da tenere in considerazione restano quelle indicate la scorsa settimana:
“Fermo restando che (come sempre nei mercati) tutto può succedere, è bene precisare che il più delle volte il primo recupero si ferma al ritracciamento del 38,2% (nel caso specifico 16.391), più rare ma non impossibili le salite fino al ritracciamento del 50% (Ndr: 16.695), mentre allunghi che vadano oltre quest’ultima soglia spesso segnalano che il movimento preesistente (quindi al ribasso) non è ancora maturo.”.
Al ribasso, invece, da controllare la tenuta dell’area di supporto 15.400-15.500 presso la quale il Ftse Mib ha interrotto la discesa e dove attualmente transita proprio la media mobile a 200 giorni.
Riccardo Fracasso
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