S&P 500: ancora sui massimi
Partiamo subito col grafico dello S&P 500:
L’indice americano ha chiuso la seduta a 1.556 punti, registrando un +0,72%.
Il bilancio settimanale è invece pari ad un -0,24%.
Da qualche settimana si sta lavorando su un’ipotesi così articolata:
- breve allungo;
- correzione che parte dall’area di resistenza presso cui sono stati segnati i precedenti massimi di rilievo del 2000 e del 2007;
- nel caso della correzione menzionata al punto precedente, da monitorare lo sviluppo di alcune situazioni critiche e del quadro tecnico generale.
L’allungo al punto 1 v’è stato (al tempo lo S&P 1.551 punti, poi è salito fino a toccare un massimo a 1.563) e potrebbe essere tuttora in corso.
Grafico:
Come potete osservare si continua ad essere in piena area di resistenza e siamo ancora in Marzo, mese in cui, come ben evidenziato nel grafico, insieme a quello d’ottobre s’è assistito alle 4 inversioni più importanti dello S&P 500 degli ultimi 15 anni.
Ad ogni modo, chiarisco da subito che al momento, per quanto ritenga possibile una correzione da quest’area di resistenza, a mio avviso non esistono le condizioni per cui il mercato americano sia già pronto a crollare.
In altre parole, correzione si, ma no crollo verticale come quelli avviatisi nel marzo del 2000 e nell’ottobre del 2007.
I dati economici americani sono molto buoni (settore immobiliare in gran salute, disoccupazione in calo, ecc.) e la politica espansiva della Fed favorisce il mercato azionario americano.
Ovvio che l’eventuale verificarsi di eventi drammaticamente negativi che dovessero rivelarsi incontrollabili, potrebbero modificare il mio giudizio e trasformare un’eventuale correzione in inversione.
Al momento, però, è bene evidenziare che lo S&P 500 non è nemmeno in fase di correzione e dar per scontata sin d’ora una correzione da questi livelli potrebbe rivelarsi scelta azzardata.
Non posso che ribadire quanto scritto la scorsa settimana:
“In una scenario tecnico simile a mio avviso è finanziariamente corretto alleggerire eventuali posizioni long in portafoglio mentre aprirne di short implica un rischio che va corso solo dagli investitori con un profilo aggressivo….per gli altri, ripeto, meglio attendere conferme.”.
Concludo aggiungendo che l’eventuale comparsa di una figura ribassista suggerirebbe la chiusura completa delle rimanenti posizioni long in portafoglio e l’apertura di posizioni short.
Riccardo Fracasso
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