Partiamo subito col grafico dello S&P 500:
L’indice americano ha chiuso la seduta a 1.551 punti, registrando un +0,45%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +2,17%.
La scorsa settimana:
“Essendo una notizia negativa per la crescita (Ndr: si faceva riferimento al Sequester), e nonostante allo stato attuale lo scenario tecnico non ci indichi chiari segnali di allarme, è bene mettere sul tavolo ipotesi ribassiste per non esser colti impreparati.
Ripeto: al momento ogni ipotesi ribassista non è supportata da un segnale netto.”.
S’è quindi spiegato il funzionamento della Forchetta di Andrew sottolineando una volta ancora la necessità di conferme:
“Innanzitutto è bene ribadire che al momento questa va considerata una ipotetica forchetta ribassista in attesa di conferma (non è un caso che sia tratteggiata).”.
Nella parte didattica s’era spiegato:
“A questo punto, tuttavia, la Forchetta è ancora provvisoria poichè serve infatti attendere che il mercato dimostri di riconoscerla.
Raggiunto il punto C, infatti, si attende di vedere se il successivo eventuale ritracciamento sia contenuto o meno dalla parallela superiore della Forchetta.”.
Grafico aggiornato:
Com’è possibile notare dal grafico, il successivo ritracciamento non è stato contenuto dalla forchetta.
L’ipotesi della Forchetta ribassista va quindi scartata; non si esclude che un domani tale ipotesi debba essere ripreso in considerazione, considerando però un punto C più alto.
Ora, però, veniamo al quadro attuale.
Innanzitutto va detto che la chiusura giornaliera e settimanale sui massimi rendono probabili un nuovo massimo giornaliero (nella seduta di lunedì) ed un nuovo massimo settimanale (in una delle successive quattro sedute).
Per di più, lo scenario di un allungo ne esce rafforzato dall’analisi dei trend:
Infatti, tutti e tre i trend sono chiaramente rialzisti.
Visto che si sta parlando di un probabile allungo, cerchiamo ora di individuare un obiettivo o, quantomeno, un livello che possa ostacolarne la salita:
Come potete notare, negli ultimi 15 anni lo S&P 500 s’è reso protagonista di 4 importanti inversioni e, sarà una casualità, ma 2 si sono manifestate a Marzo e 2 in Ottobre, ed ora siamo nel mese di Marzo.
Per di più, lo S&P 500 si ritrova in questo mese particolare proprio nei pressi dei precedenti due massimi registrati, per l’appunto, negli ultimi 15 anni: l’indice americano, infatti è a 1.551 punti, nel marzo 2000 toccò un picco a 1.552 punti mentre nell’ottobre 2007 si elevò a 1.576 punti.
Il tutto condito da un Detrended che ci segnala un forte ipercomprato.
Vista così, e considerata l’entità dei precedenti cali, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli.
Tuttavia, che una correzione sia vicina, è ipotesi probabile, ma che la stessa sia l’inizio di un crollo pari a quelli avviatisi nel 2000 e nel 2007 deve trovar conferme (per es. un massimo decrescente) che al momento mancano.
Peraltro, con la maggior parte dei titoli obbligazionari che offrono un rendimento reale (quindi al netto dell’inflazione) negativo, il mercato azionario statunitense, anche grazie agli stimoli economici (QE3) e a dati economici positivi (particolarmente importanti quelli del settore immobiliare e della disoccupazione in calo), resta comunque un’alternativa attraente agli occhi degli investitori.
D’altro canto, motivi di preoccupazione esistono, penso per esempio alla nostra stessa Italia un cui eventuale avvitamento incontrollato della crisi politico/economica potrebbe contagiare l’Area Euro e pesare notevolmente sui listini dell’intero mondo.
Pertanto, da una parte abbiamo dati economici americani che ci parlano di un economia che, anche se drogata (QE3), va ritenuta in salute, mentre dall’altra è doveroso monitorare eventuali situazioni pericolose (vedi Italia).
Ad oggi, comunque, manca completamente la compiacenza da parte dei media sul rialzo in corso, caratteristica tipica delle bolle.
Riassumendo quanto finora scritto:
-
i trend rialzisti e la chiusura giornaliera e settimanale sui massimi giustificano un ulteriore breve allungo;
- il forte ipercomprato segnalato dal Detrended, il fatto che siamo in marzo (mese particolare) ed il raggiungimento dell’area di resistenza presso cui sono stati segnati i precedenti massimi di rilievo del 2000 e del 2007, mi portano a credere che presto potrebbero intensificarsi le pressioni dei venditori;
- in caso di correzione, da monitorare lo sviluppo di alcune situazione critiche e del quadro tecnico.
Riccardo Fracasso
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