Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso la seduta a 15.675 punti, registrando un -1,55%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -3,44%.
Lunedì, quando l’ipotesi ‘ingovernabilità’ prendeva forma, al termine di una seduta estremamente nervosa, chiusasi positivamente ma ben distante dai massimi, si scriveva:
“Tuttavia, seppur una chiusura simile andrebbe comunque letta come una conferma positiva dell’Harami, considerando quanto finora messo sul tavolo sia sul piano delle notizie (ingovernabilità che oramai è quasi certa) che su quello tecnico (crollo nell’ultima fase della seduta e tutti e tre i trend negativi) sono alquanto convinto nel credere che la figura in questione sia ormai abortita.”.
Il -3,44% della settimana appena conclusasi non possono che confermare quanto sostenuto.
Ora andiamo a valutare la situazione tecnica dopo questa ennesima settimana negativa.
Grafico:
Il grafico evidenzia come la discesa avviatasi il 30 gennaio ha dato vita ad una ordinata sequenza di massimi e minimi decrescenti, tipica dei movimenti ribassisti; per di più, al momento le due trendline sono perfettamente parallele e ciò ci consente di individuare un canale all’interno del quale il nostro Ftse Mib si sta muovendo e che dovremo tenere in forte considerazione.
Analisi dei trend:
Tutti e tre i trend sono negativi e sono impostati nella sequenza ideale per un’impostazione ribassista (medie mobili lunghe sopra a quelle brevi).
Per di più, soprattutto le medie spostate più lunghe (7+5 e soprattutto la 25+5) al momento si trovano ben sopra al Ftse Mib e pertanto sono in grado di sopportare rimbalzi anche consistenti, senza invertire al rialzo.
Tenendo in considerazione quanto finora scritto, non posso che sostenere che l’impostazione tecnica del nostro indice risulta saldamente negativa.
D’altra parte, è inevitabile che i grafici ci parlino di una situazione difficile, se si considera che alla crisi economica (che sta assumendo sempre più i contorni di una depressione) s’è recentemente aggiunta la crisi politica.
Praticamente impossibile fronteggiare una crisi di tale portata senza un governo con pieni poteri (l’attuale, quello tecnico, può gestire esclusivamente l’ordinaria amministrazione ed il governo che potrebbe venirsi a formare con ogni probabilità andrà avanti a compromessi con l’opposizione).
Tuttavia, abbiamo visto anche dal grafico nr. 2 come all’interno di un canale ribassista la discesa dei prezzi possa essere intervallata da rimbalzi anche abbastanza importanti, seppur momentanei.
Va inoltre sottolineato che un movimento ribassista già dopo tre-quattro periodi consecutivi in calo diventa piuttosto vulnerabile a possibili rialzi; per quanto riguarda il Ftse Mib siamo alla quinta settimana negativa consecutiva, il che, ripeto, innalza le possibilità di un recupero.
In buona sostanza, pur essendo in un canale ribassista, è fisiologico assistere a dei recuperi passeggeri, ma solo nel momento in cui si dovesse spezzare la sequenza di minimi e massimi decrescenti (per es. salendo sopra 16.883 – vedi grafico nr. 2) verrebbe meno l’impostazione ribassista.
Personalmente, comunque, al momento troverei azzardati tentativi di acquisto, pur, come detto, non escludendo possibili recuperi.
Considero invece un comportamento finanziariamente corretto quello di mantenere eventuali posizioni ribassiste in portafoglio, fino a che l’attuale impostazione non dovesse venir meno.
Concludo con un’ultima annotazione tecnica: come potete osservare su tutti e tre i grafici il Ftse Mib è a pochi passi dalla media mobile a 200 giorni: considerato il contesto attuale, ritengo probabile la rottura.
Riccardo Fracasso
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