Diversamente dal solito, stavolta partiamo con un grafico a 7 anni (time frame mensile) del Ftse Mib per poter ripercorrere a sommi capi l’andamento degli ultimi anni del nostro indice:
Breve sintesi: il Ftse Mib dopo aver toccato un massimo nel maggio 2007 a 44.364 è crollato fino a toccare, nel marzo 2009, un minimo a 12.332 (-72%), per poi rimbalzare fino a 24.568 (coincidente perfettamente col ritracciamento del 38,2% di Fibonacci).
Il fatto che dopo il crollo il Ftse Mib abbia recuperato solo il 38,2% di quanto perso, mentre altri indici (per es. il Dax e lo S&P 500) hanno recuperato tutto, è segno di una notevole debolezza.
A questo punto, dopo un lunga fase laterale (mentre altri indici continuavano a salire) si è ridiscesi fino a 12.295 punti nel luglio 2012, per poi risalire, spinti dalle parole di Draghi (‘“Siamo pronti a tutto per salvare l’euro. E’ impensabile immaginare la possibilità che un Paese possa uscire dall’eurozona”.).
La tenuta di area 12.300 punti rappresenta un’indiscutibile elemento positivo che non va assolutamente sottovalutato.
In pratica, in una situazione di panico s’è definito un fondo dal quale ripartire, aspetto molto importante sia dal punto di vista tecnico che da quello psicologico degli investitori.
Da tale fondo s’è ripartiti registrando un massimo di periodo a gennaio 2013 (17.983 punti) interrotto dallo storno cui stiamo assistendo.
Ora, sarebbe prezioso sapere se il calo in corso rappresenta una semplice correzione del rialzo avviatosi a luglio o un’autentica inversione che possa persino mettere in pericolo area 12.300 punti.
In altre parole, serve un minimo crescente.
Andiamo allora ad applicare i livelli di ritracciamento di Fibonacci al rialzo avviatosi a luglio 2012 ed interrottosi a gennaio di quest’anno:
E’ bene innanzitutto ricordare ancora una volta come, statisticamente, il più delle volte il primo ritracciamento di un movimento si ferma al livello del 38,2% di Fibonacci.
E’ ancor più utile sottolineare come eventuali violazioni del livello del 50% di Fibonacci indicano che il movimento preesistente (nel caso specifico, rialzista) probabilmente non sia ancora maturo.
Di conseguenza, discese convinte al di sotto dei 15.140 punti suggerirebbero cautela; sia chiaro, potrebbero essere seguite da forti recuperi, ma a quel punto diverrebbe quantomeno difficile segnare un massimo crescente (quindi oltre i 17.983 punti).
Riassumendo, attenendomi al grafico a 7 anni ed escludendo gli altri aspetti (congiuntura economica, situazione politica, ecc.), sussistono validi motivi per ritenere possibile un nuovo massimo crescente nei prossimi mesi.
Tuttavia, nel caso in cui la correzione in corso dovesse portare alla violazione di area 15.140 punti, le possibilità di vedere un nuovo massimo crescente si ridurrebbero notevolmente.
Certo è che una ipotetica formazione di una figura di inversione rialzista nei pressi di area 15.140 punti sarebbe un gran bel segnale di acquisto.
Ora passiamo alla stretta attualità:
Il nostro indice ha chiuso la seduta a 16.046 punti, registrando un +0,69%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -0,09%.
Ultime sedute:
La media mobile che in questo periodo sembra aver maggior influenza è la 25+5 (linea rossa) che sia venerdì scorso che nella seduta appena conclusa ha contenuto gli spunti rialzisti del nostro indice.
D’altro canto, a sostenere il rialzo v’è invece la tenuta della trendline di massimi crescenti (linea blu).
Riassumendo: impostazione di fondo favorevole per segnare un massimo crescente nei prossimi mesi, ipotesi che si indebolirebbe nel caso in cui l’attuale correzione in corso portasse alla violazione di area 15.140.
Inoltre, il quadro tecnico di fondo, che ripeto essere positivo, dovrà fare i conti con alcune situazioni molto delicate (Cipro, formazione del nostro governo e S&P in piena resistenza) che, nel caso dovessero involvere, potrebbero far male.
A tal proposito, giusto oggi il nostro presidente della Repubblica Napolitano ha affidato a Bersani l’incarico di “verificare l’esistenza di un consenso certo.”.
Considerando la posizione del Movimento 5 stelle (nessuna fiducia a nessun partito) ed il fatto che il centro-sinistra non sembra voler considerare alleanze col centro-destra, la strada appare alquanto in salita.
Riccardo Fracasso
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