Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 1.606 punti, registrando un -0,43%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +0,87%.
Grafico:
La scorsa settimana:
“Riassumendo quanto finora scritto:
- da qualche settimana l’indice americano transita all’interno di un canale ribassista e fino a che la sequenza di massimi e minimi decrescenti non sarà interrotta è doveroso non sottovalutare il calo in corso;
- tale canale si trova a sua a volta all’interno di un ben più ampio canale rialzista;
- attualmente lo S&P 500 si trova a ridosso di una importante area di supporto la cui tenuta potrebbe dar luogo a nuovi allunghi.”
Nulla è cambiato a distanza di una settimana.
Difatti, per quanto riguarda i primi due punti…
…rimane intatta la sequenza di massimi e minimi decrescenti e la stessa va inquadrata all’interno di un ampio (quindi solido) canale rialzista di lungo termine.
In merito al terzo punto…
…l’evento più rilevante della settimana è il colpo di reni che lo S&P 500 ha prodotto proprio a contatto di quell’area di supporto che si era indicata come importante (1.552-1.576).
Dal punto di vista tecnico questo aspetto è indubbiamente positivo, ma non va scordata l’attuale sequenza di massimi e minimi decrescenti.
Fare previsioni con elementi così contrastanti al momento lo trovo azzardato.
A mio avviso è importante sapere che fino a che non sarà interrotta la sequenza di massimi e minimi decrescenti la tendenza sarà ribassista, ma senza dimenticare che lo S&P 500 si trova all’interno di un forte canale rialzista.
Mettendo da parte l’analisi tecnica però, alcune valutazioni mi portano a ripetere che per quanto possa estendersi il calo in corso (avviatosi il 22 maggio), a meno di eventi negativi imprevisti, non siano esaurite le spinte rialziste dello S&P 500.
La politica monetaria, nonostante i recenti annunci di Bernanke, resta molto espansiva, il mercato obbligazionario non rappresenta una valida alternativa ed alcuni elementi dimostrano una certa propensione al rischio (quindi contesto di Risk on) da parte degli investitori.
Da ricordare inoltre che solitamente le inversioni azionarie sono precedute prima da un top del mercato obbligazionario e poi da una forte calo del mercato immobiliare.
Abbiamo assistito all’inversione del mercato obbligazionario, ma per quanto riguarda il mercato immobiliare al momento gode di ottima salute.
In altre parole, l’inversione del mercato obbligazionario ci segnala che il mercato azionario ha comunque percorso molta strada, ma il mercato immobiliare ci suggerisce che qualche futura spinta verso l’alto è probabile nonostante l’attuale impostazione di breve sia ribassista.
Riccardo Fracasso
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