Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 1.626 punti, registrando un -0,59%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -1,01%.
Grafico:
Quello che segue è il grafico degli ultimi 7 mesi, sempre su base giornaliera:
Nonostante, al momento, sia il nostro Ftse Mib che lo S&P 500 rispettino una trendline rialzista, è curioso notare come noi lo facciamo in modo molto più disordinato (vedi il primo grafico dell’articolo precedente), mentre loro lo fanno in modo molto più composto.
E’ anche da questo particolare che è possibile percepire la presenza di una mano che da tempo controlla lo S&P, mantenendolo sempre entro determinati binari.
Sono state evitate oscillazioni eccessive che avrebbero potuto degenerare e provocare degli autentici tonfi.
Tuttavia, in questo contesto, nel momento in cui la mano primaria dovesse decidere di far scendere l’indice americano o, ancor peggio, dovesse perdere il controllo dello stesso, si rischierebbe di assistere a sue discese che da diverso tempo non si vedevano.
Questa è una semplice osservazione che va tenuta presente ma, al momento, a dispetto della performance negativa, l’aspetto tecnico più importante della settimana è positivo; difatti, la discesa ha consentito allo S&P 500 di riconoscere la trendline rialzista(vedi retta blu) e di reagire (vedi secondo grafico).
Ad oggi abbiamo quindi il mantenimento della sequenza di minimi rialzisti, aspetto senza dubbio positivo.
Ovvio che ora arriva il difficile perché un mercato rialzista, oltre a prevedere dei minimi crescenti, prevede pure dei massimi crescenti.
Ciò significa che nel caso di eventuale salita (che al momento ritengo scenario più probabile), il mercato dovrà dimostrare di saper superare il precedente massimo (1.687 punti), impresa possibile ma assai complicata.
Se lo S&P 500 non dovesse esser in grado di compiere tale impresa, si configurerebbe un doppio massimo o persino dei massimi decrescenti, entrambe figure negative.
Ad ogni modo, si stanno semplicemente mettendo sul tavolo delle ipotesi, mentre attualmente sul breve ciò che abbiamo è, ripeto, una sequenza di minimi crescenti che rende probabili nuove spinte rialziste.
Sono convinto che sul lungo termine gli attuali livelli siano buoni per shortare, ma fino a che non si interromperà la sequenza di minimi e massimi crescenti o fino a quando non comparirà una figura di inversione ribassista, sarà preferibile non anticipare la svolta.
Riccardo Fracasso
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