Fed, S&P 500 e oro
Come ben saprete, ieri sera la Fed ha annunciato a sorpresa la decisione di mantenere invariata l’entità di emissione di denaro fresco per 85 MLD (era previsto un taglio morbido di circa 10 MLD).
La Banca Centrale americana ha tagliato le stime del PIL per il 2013 a 2%-2,3% (contro il 2,3%-2,6% calcolato a giugno) e nel 2014 a 2,9%-3,1% (contro il 3%-3,5% calcolato a giugno).
La Fed ha giustificato la scelta “L’economia americana cresce a passo moderato e troverà slancio nel corso del tempo, ma sebbene le condizioni del mercato del lavoro siano migliorate, restano a un livello non soddisfacente e il tasso di disoccupazione rimane alto e al di sopra dei livelli accettabili”.
La decisione ha fatto volare i listini azionari americani, i bond e le materie prime, mentre è sceso il dollaro.
Nel mezzo di questo rialzo generale, è bene fare un po’ di ordine per evitare eccessi di euforia.
Grafico :
Quel che vedete illustrato è lo spread S&P 500 – Oro.
Da sottolineare tre punti:
- nonostante la decisa salita di ieri dello S&P500 (+1,22%), la stessa, rapportata a quella dell’oro (+4,68%) è stata molto inferiore (vedi ultima candela rossa);
- a dispetto della decisa salita delle ultime sedute dello S&P e della contemporanea forte discesa dell’oro, ieri è stata rispettata quella sequenza di massimi decrescenti che ci consente di affermare che qualcosa nelle ultime settimane stia cambiando;
- le ultime due sedute sono rappresentate da due candele che costituiscono una engulfing bearish (figura di inversione ribassista) che rende probabile una maggior forza relativa dell’oro rispetto allo S&P 500 nelle prossime sedute.
Si sottolinea che in più occasioni nel blog e nel Check Up si è sostenuto quanto sia giustificato dal punto di vista finanziario liquidare sulla forza lo S&P 500 ed accumulare sulla debolezza l’oro.
Riccardo Fracasso
2 Responses to Fed, S&P 500 e oro
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È l’euro invece? Qual’e’ il suo target ed il suo trend di breve e medio periodo? 1,40?
Saluti
Marco M.
Ciao Marco,
sul cambio euro dollaro premetto che le previsioni di breve termine sono, a mio avviso (ma anche di molti esperti), da prendere con le molle perché spesso subentrano comportamenti sconosciuti che ne determinano il comportamento (interventi banche centrali in principal modo).
Ad ogni modo, i cambi sono fortemente influenzati dalle aspettative sui tassi e, a tal proposito, le aspettative sono senza dubbio che il rialzo dei tassi americani avvenga ben prima che nell’Area Euro.
Tuttavia, va anche detto che nonostante tali attese, non è certamente vicino questo rialzo.
Ad ogni modo, a mio avviso, è vicino il tapering che finirà per spingere verso l’alto il biglietto verde nei confronti dell’euro.
Questo, però, in un’ottica di ampio respiro.
Ora cerco di individuare un possibile obiettivo del rialzo in corso dell’euro.
A 1,355 c’è il primo livello di estensione di Fibonacci, peraltro già raggiunto ed in presenza di ipercomprato.
Già ora alleggerire eventuali posizioni in euro contro il dollaro sarebbe finanziariamente corretto.
Un secondo livello è il massimo di febbraio a 1,3711.
Un terzo valore è l’estensione di Fibancci a 1,381.
Bene, ferma restando la correttezza di alleggerire o fissare trailing stop ai livelli attuali, a mio avviso è lecito ipotizzare anche lo scenario che il rialzo in corso si possa fermare nel range compreso tra 1,3711 e 1,3811, per poi ridiscendere ed originare una falsa rottura della resistenza (per l’appunto, 1,3711).
Mi auguro sia tutto chiaro.