S&P 500: si sale nonostante manchi ancora l’accordo
Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 1.703 punti, registrando un +0,63%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +0,75%.
Grafico:
La scorsa settimana si scriveva:
” Considerando quanto esposto, sul breve è possibile un ulteriore allungo, ma serve cautela.”.
L’allungo è effettivamente avvenuto.
La serie di minimi e massimi crescenti è tuttora intatta e fino a che la stessa non sarà spezzata l’impostazione rimarrà rialzista.
Inoltre, la chiusura di seduta e di settimana sui massimi rendono probabile un nuovo massimo giornaliero (nella seduta di lunedì) ed un nuovo massimo settimanale (in una delle successive quattro sedute).
C’è di più:
Quel che vedete è il grafico che esprime l’andamento della settimana appena conclusa ed il fatto che si sia saliti proprio nelle ultime sedute è un ulteriore aspetto positivo.
Il tutto in assenza di ipercomprato.
Pertanto, riassumendo, abbiamo:
- sequenza di minimi e massimi crescenti;
- chiusura di seduta e di settimana sui massimi;
- seconda fase della settimana in salita;
- assenza di ipercomprato.
Con la consapevolezza che la direzione del vento nei mercati cambia velocemente specie in presenza di tutte le criticità esistenti (fortissima leva, mercato in fase di distribuzione e che è in salita da quasi 5 anni, possibile tapering, ecc.), al momento, dal punto di vista prettamente tecnico, gli elementi sul tavolo anticipano una prosecuzione del rialzo dello S&P 500.
Per di più, il fatto che lo S&P 500 sia salito con l’approssimarsi del 17 ottobre senza un accordo per l’innalzamento del tetto, con annesso rischio default, è dimostrazione che il mercato sta scommettendo su un’intesa.
Personalmente, come affermato la passata settimana, ritengo altamente improbabile l’ipotesi di un default.
Tuttavia, ‘altamente improbabile’ non significa ‘impossibile’ e pertanto tale fenomeno, per quanto goda di pochissime possibilità, può comunque verificarsi.
Se ciò dovesse avvenire assisteremo ad una catastrofe, con un panico senza precedenti e una brusca inversione dei mercati da una fase Risk On (forte propensione al rischio) ad una Risk Off (forte avversione al rischio), esplosione della volatilità e deciso rialzo dell’oro.
Ad ogni modo, ripeto, a mio avviso un accordo sarà trovato.
Comunque sia, sono convinto che col tempo emergeranno le criticità precedentemente evidenziate (fortissima leva, mercato in fase di distribuzione e che è in salita da quasi 5 anni, possibile tapering, ecc.) causando violenti cali dello S&P 500.
Inoltre, non si può nemmeno dar per scontato che la reazione del listino americano all’eventuale probabile accordo che sarà raggiunto la prossima settimana sarà positiva, perché capita spesso, seppur non sempre, che l’uscita di una bella notizia già scontata dal mercato sia seguita dall’inizio di una correzione/inversione.
Ripeto che l’attuale impostazione è rialzista; nel momento in cui qualcosa dovesse incrinarsi, con ogni probabilità l’analisi tecnica ci fornirà un valido supporto.
Riccardo Fracasso
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