Trendline: come tracciarle
Approfondiamo quattro tecniche per tracciare trendline e canali, applicandole al Ftse Mib.
Tutti i grafici proposti saranno su base mensile.
1 – Canale classico
Il metodo classico per tracciare un canale rialzista è quello di disegnare una trendline unendo i minimi crescenti (T1) e successivamente proiettandone la parallela (T2) considerando i massimi crescenti del movimento:
Nel caso specifico, appare chiaro il trend rialzista del nostro indice e come i prezzi siano distanti dalla parallela superiore, che agisce da resistenza.
Peraltro, l’ampiezza del canale è sinonimo di solidità dello stesso.
2 – Trendline ‘minimo-massimo’
Questo è probabilmente il metodo meno conosciuto tra i quattro.
In tal caso non si uniscono minimi con minimi e massimi con massimi ma, individuato un forte movimento, si unisce il minimo col massimo disegnando la T1.
A questo punto si trasla la T1 verso destra fino ad incontrare il punto più esterno del canale ideale che corre lungo la T1: si ottiene così la T2 ed il canale T1-T2.
Ovviamente, il movimento delle quotazioni deve dimostrare di riconoscere tale canale.
Il tutto risulta molto più facile da capire osservando un esempio concreto:
L’uscita dei prezzi dalla T2 rappresenta un segnale di debolezza.
Due i possibili momenti di ingresso:
-
alla rottura della T2;
- dopo la rottura, all’eventuale pull back sulla T2.
La seconda strategia (più adatta per un profilo prudente) offre maggiori garanzie, ma al tempo stesso, in caso di un possibile mancato ripiegamento (pull back), implica il rischio di perdere l’operazione.
Ritengo affidabile il segnale generato dall’uscita dalla T2, anche se è bene precisare che esso suggerisce una correzione del movimento preesistente, ma non necessariamente una sua inversione.
Nel caso specifico, infatti, le conseguenze successive alla rottura della T2 potrebbero persino essersi già esaurite con la rapida e profonda accelerazione ribassista avvenuta nelle prime settimane di agosto.
3 – Deviazioni standard
Di questo tipo ne abbiamo ampiamente parlato nelle ultime analisi.
Individuato un trend si traccia la retta di regressione lineare (retta d’equilibrio dei prezzi in un determinato periodo) e le deviazioni standard (particolarmente interessanti, a mio avviso, le seconde deviazioni standard).
Non si tratta di trendline statiche, ma dinamiche sia nei prezzi che nell’inclinazione.
Pertanto, scelto l’inizio di un movimento, col passare del tempo i prezzi si muovono e le trendline cambiano inclinazione.
Ne consegue che è giusto osservare solo la parte più avanzata del grafico, perché le rette che vediamo oggi non sono le stesse di una settimana, di un mese fa, ecc.
Come spiegato recentemente, le migliori indicazioni che può fornire tale strumento sono le seguenti: individuato un trend rialzista, l’eventuale sforamento della seconda deviazione standard rappresenta un segnale d’allerta per i ribassisti mentre l’eventuale successivo risalita dei prezzi al di sopra della stessa va letta come un segnale di ingresso per i rialzisti.
Nel caso specifico, quindi, è stato generato un segnale di acquisto.
4 – Forchetta di Andrew
In estrema sintesi, per disegnare una Forchetta rialzista sono necessari due minimi ed un massimo (per la Forchetta ribassista invece sono necessari due massimi ed un minimo).
Invito chi volesse approfondire la metodologia d’uso di tale strumento a leggere l’ebook che ho messo a disposizione l’anno scorso (LA FORCHETTA DI ANDREW).
Nel grafico è evidenziata una Forchetta ascendente.
La forza del rialzo è stata tale da consentire al Ftse Mib di raggiungere persino l’obiettivo più ambizioso, rappresentato dalla trendline superiore, per poi correggere in modo vistoso.
L’ultima candela ci mostra come i prezzi sembra si stiano appoggiando proprio sulla linea mediana.
Nel caso di tenuta della stessa, il Ftse Mib punterebbe nuovamente a raggiungere la trendline superiore, segnando un nuovo massimo di periodo.
Riccardo Fracasso
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