Oggi l’attesissimo discorso di Mario Draghi, presidente della Bce.
Di seguito sintetizzo i passaggi principali:
- il comitato ha discusso il QE pur senza deciderne l’attuazione;
- Draghi ha precisato che la BCE “non ha bisogno dell’unanimità per avviare un programma di alleggerimento quantitativo”, facendo intuire che attualmente non c’è un parere totalmente condiviso ma che ciò non impedirà l’adozione del QE (un neanche troppo velato messaggio rivolto alla Germania);
- Draghi ha comunque affermato che tutti i membri della BCE sono d’accordo sul ricorso a misure straordinarie e che presto saranno prese, anche se “presto non vuol dire al prossimo vertice”;
- il presidente ha inoltre precisato che il QE rientra nel mandato della BCE;
- infine il presidente della Banca Centrale ha sostenuto che “Non tollereremo prolungate deviazioni dalla stabilità dei prezzi”, sottolineando inoltre che “nei prossimi mesi sarà possibile un ulteriore calo dell’inflazione legato ai prezzi energetici”.
Alcune considerazioni.
Innanzitutto va evidenziato che secondo alcuni sondaggi l’aspettativa della quasi totalità dei gestori era per un nulla di fatto.
Pertanto, se c’è un motivo che ha causato l’ondata di vendite (al di là dell’aspetto emotivo che caratterizza sempre la reazione a caldo), non è il mancato avvio del QE ma il fatto che non sia stata indicata la data del suo inizio.
Tuttavia, se da una parte è vero che sarebbe stato preferibile l’annuncio di una data, dall’altra è altrettanto vero che affermare che il QE rientra nel mandato della BCE e che può essere deciso anche senza l’unanimità prepara il terreno per una sua attuazione.
Inoltre, precisare che non saranno tollerate ulteriori discese inflattive significa che il dato che inciderà maggiormente nelle scelte della BCE sarà quello dell’inflazione.
A tal proposito, il recente robusto calo dei prezzi energetici rende probabile una nuova discesa dell’inflazione, il che, a sua volta, rende probabile l’adozione del QE.
Se tali mie considerazioni dovessero essere fatte anche dalla maggior parte del mercato, dopo la reazione a caldo dovremo assistere ad un deciso movimento nel senso opposto.
Ovviamente, non è detto che io abbia necessariamente ragione.
In altre occasioni s’è affermato che il mercato valutario è molto più sincero di quello azionario.
Se prendiamo come punto di riferimento il cambio euro/dollaro, la reazione al momento è piuttosto contenuta, quasi a descrivere un mercato che crede ancora nel QE.
Riccardo Fracasso
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