Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 18.165 punti, registrando un -1,61%.
Si conclude la settimana, breve a causa delle festività, con un -2,39%.
Grafico:
Le ultime due settimane smorzano l’euforia alimentata dal rialzo avviatosi a metà Febbraio.
Rialzo che, com’è ben visibile dal grafico, al momento si rivela come un fisiologico rimbalzo all’interno di un tendenza di fondo che appare ancora saldamente impostata al ribasso.
Rialzo esauritosi proprio all’interno di quell’area 19.300 punti che s’era indicato come target credibile esattamente due settimane fa.
Sono diversi gli elementi che suggeriscono nuove vendite:
- la chiusura settimanale nei pressi dei minimi;
- la chiusura settimanale inferiore ai minimi della precedente;
- le vendite concentrate nella parte finale della settimana.
Attualmente risulta difficile indicare un target al calo, mentre è facile affermare che probabilmente i minimi odierni saranno perforati.
Ad ogni modo, l’eventuale capacità dell’indice di mantenersi al di sopra del minimo di metà Febbraio (15.773 punti) darebbe vita ad un doppio minimo o ad un minimo crescente, in ogni caso favorevoli per un ritorno agli acquisti.
Esistono quindi due ipotesi:
- doppio minimo o minimo crescente;
- minimi più profondi.
Personalmente, al momento, sono portato ad assegnare qualche probabilità in più al primo scenario, scenario sostenuto dal selling climax di Febbraio che incrementa la possibilità che i minimi di metà Febbraio, per qualche mese, non saranno violati.
Tuttavia, è comunque bene tener presente gli svariati elementi negativi emersi a causa del calo di inizio anno:
- Ftse Mib: abbandono forchetta rialzista di lungo termine con successiva interruzione sequenza minimi crescenti (ora siamo in presenza di minimi allineati);
- Ftse Mib: uscita dal solido canale RSI mensile di lungo periodo avviatosi nel 2009;
- S&P 500: formazione range laterale che potrebbe rivelarsi una pericolosa fase distributiva;
- Forte calo per gli indici azionari in una stagionalità favorevole ed in un ambiente carente di alternative, sintomo di criticità.
In buona sostanza, nel caso in cui dovesse effettivamente concretizzarsi la prima ipotesi, la seconda probabilmente sarebbe solo posticipata.
Inoltre, il primo scenario non rientrerebbe comunque tra le opportunità preferite dagli investitori, ossia quelle in grado di consentire un ingresso in relativa sicurezza, con orizzonte temporale di diversi trimestri e con margini molto elevati.
Riccardo Fracasso
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