Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.035 punti, registrando un -0,04%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -0,66%.
Grafico:
Come più volte evidenziato, da ben oltre un anno l’indice americano si muove all’interno del range laterale 1.820-2.120, assumibile anche come trend primario.
Dal grafico, inoltre, emerge una chiara sequenza di massimi e minimi decrescenti avviatasi a Luglio e che consente di tracciare un ampio canale ribassista.
Un eventuale superamento convinto della trendline superiore (che attualmente transita in area 2.055 punti) costituirebbe un segnale di forza.
La formazione di una Harami Bearish settimanale sembra indicarci tale ipotesi come improbabile, almeno per le prossime settimane.
Come al solito, identificata una figura è bene valutarne l’attendibilità, pur consapevoli che in linea generale qualsiasi Harami necessita di conferme dal periodo successivo.
Innanzitutto, si considera il posizionamento: essendo l’harami bearish un pattern ribassista, necessita di un chiaro trend rialzista da invertire.
Tale requisito è indiscutibilmente rispettato dal rialzo delle precedenti settimane.
Passiamo ora alla compressione delle candele (invito chi volesse impratichirsi con tale applicazione, ad utilizzare il programmino da me elaborato: CANDELE – COMPRESSIONE):
La candela compressa non conferma (né smentisce) il segnale ribassista della figura originaria (l’Harami).
A maggior ragione, quindi, sono necessarie conferme dal periodo successivo (la prossima settimana).
Ad ogni modo, il canale ribassista e l’Harami Bearish, rappresentano sin d’ora elementi di allerta.
Riccardo Fracasso
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