A fine Febbraio, esaminando il grafico del petrolio (“Petrolio: analisi di ampio respiro“), s’affermò:
“Lecito attendersi, per la conclusione di Marzo, uno spettacolare selling climax su base trimestrale: un potente segnale di inversione strutturale (come quella del 2008, che però fu ribassista) che sarebbe ulteriormente rafforzato nel caso in cui si presentasse una figura rialzista su base trimestrale.
Pertanto, nonostante l’attuale trend di fondo sia indiscutibilmente ribassista, personalmente non sarei eccessivamente negativo, a meno che non si giunga ad una vera e propria recessione mondiale (i dati invece parlano di rallentamento).”.
Nel frattempo i prezzi sono effettivamente saliti, e dai 33 dollari di allora ora i petrolio si muove sopra i 48 (rialzo superiore al 33%).
Grafico aggiornato alla chiusura di ieri:
Calcolando le estensioni di Fibonacci ai punti di svolta A-B-C otteniamo i seguenti livelli:
- 52,419 (61,8%);
- 59,91 (100%);
- 72,029 (161,8%).
Dal punto di vista prettamente statistico, l’area intorno al secondo livello è quella che il più delle volte si rivela essere il target d’estensione corretto.
Tuttavia, la convergenza del primo livello di estensione con i massimi registrati a Maggio/Giugno rende tale soglia particolarmente solida.
In buona sostanza, graficamente parlando, si ritiene probabile quantomeno un allungo in area 52,41 dollari.
A far da sfondo una debole ripresa economica che rappresenta un aspetto sfavorevole per il petrolio.
Riccardo Fracasso
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