Le recenti dichiarazioni di alcuni membri della FED (Yellen inclusa) hanno rapidamente ribaltato l’opinione del mercato facendo pendere l’ago della bilancia dalla parte di un rialzo dei tassi già con la prossima riunione della Banca Centrale degli Stati Uniti (15 Marzo):
Alla base delle dichiarazioni, oltre alla consolidata bassa disoccupazione, la tendenza rialzista dell’inflazione negli ultimi mesi.
Le differenti politiche monetarie tra FED e BCE favoriscono evidentemente il dollaro nei confronti dell’euro.
Di seguito il grafico di lungo termine su base mensile:
Dal picco del Luglio 2008 il cambio euro/dollaro si muove all’interno di un ampio trend ribassista.
Da due anni, pur sempre all’interno di questo canale, si sta muovendo in un trend laterale che rappresenta il trend primario: approssimando, range 1,05-1,15.
Una chiusura mensile (ma anche quella settimanale non andrebbe sottovalutata) inferiore a 1,0462 rappresenterebbe un segnale ribassista con target 0,95.
Ciò non significa necessariamente che un calo dell’Euro sia imminente ma che un’eventuale chiusura settimanale/mensile inferiore ad 1,0462 rafforzerebbe notevolmente tale ipotesi.
Anzi, a livello giornaliero è scattato un segnale rialzista (negato nel caso di rottura di 1,0493), avvalorata dalla recente tenuta dei supporti, nonostante le dichiarazioni fronte Federal Reserve.
In altre parole, nel breve periodo la tendenza è per un rimbalzo dell’Euro, ma comunque attenzione ai supporti.
Riccardo Fracasso
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