Lo S&P 500  ha chiuso la seduta a 2.383 punti, registrando un +0,05%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +0,67%.

Febbraio si è chiuso con un +3,72%.

Grafico:

S&P 500 – Forchetta rialzista- Punto pivot annuale R1

Pur essendo assenti segnali concreti, la convergenza della mediana della Forchetta col Pivot annuale R1 (2.406 punti) rende l’Area raggiunta un ostacolo molto duro.

L’aver raggiunto il punto pivot annuale così rapidamente rafforza l’ipotesi (che comunque andrà valutata col tempo) che i massimi del primo trimestre possano anche rivelarsi massimi annuali.

A complicare la situazione l’essere giunti all’appuntamento con tale soglia in presenza di un ipercomprato su svariate scale temporali (trimestrale, mensile, settimanale, giornaliera).

Nel caso di correzione, importante la tenuta dei minimi di Febbraio (2.271 punti).

Riccardo Fracasso

 

2 Responses to S&P 500: raggiunta area grafica rilevante

  1. enzo ha detto:

    riccardo pur non parlando nello specifico dell’indice americano dal quale sono sconcertato se non schifato per una reazione ascendente cosi violenta ti chiedevo un opinione dell’obbligazionario in generale visto la consistente discesa dovuta anche ai flussi monetari sull azionario,sperando in un certo senso che sia una trappola ben organizzata visto anche la velocita’ con cui la ha raggiunta

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Enzo,
      per quanto riguarda il mercato obbligazionario, ti espongo alcuni punti.
      1 – va valutato in funzione dei rendimenti reali che si ottengono sottraendo dal rendimento lordo l’inflazione.
      Rispetto all’estate scorsa i rendimenti lordi siano scesi, ma l’inflazione è salita, per cui l’obbligazionario resta un investimento sconveniente;
      I prezzi visti l’anno scorso sono destinati ad essere top di lunghissimo termine.
      2 – ci sono delle eccezioni come i bond emergenti ma il cui rendimento è fortemente legato dalle singole valute e pure dalla propensione al rischio del mercato (Attualmente alta, il che le favorisce);
      3 – in presenza di rischio tassi è bene ridurre la durata, ma ciò significa accontentarsi di rendimenti ancor più bassi, talvolta negativi.
      Una scelta simile può essere fatta a favore della parte difensiva del mercato, senza grandi pretese di guadagno.

      A mio avviso sull’obbligazionario può aver senso solo qualche operazione tattica e non strategica (quindi non di posizione, ma da semplice trading) e solo in questo caso sono da preferire scadenze lunghe.
      Quindi operazioni su segnali, acquisti da trading in cui è indispensabile impostare degli stop loss.
      Per esempio il BTP decennale ha fornito un segnale di acquisto su base settimanale circa un mese fa, sulla tenuta dei minimi di Novembre, ma stiamo comunque parlando di operazioni di trading legate ad un segnale, non alla convenienza.
      Riccardo

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