Ftse Mib: nuovi allunghi
Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 20.492 punti, registrando un +0,61%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +1,51%.
Marzo si chiude con un +8,35% ed il primo trimestre 2017 con un +6,54%.
Col superamento dei 20.253 punti abbiamo assistito alla negazione del segnale ribassista evidenziato la scorsa settimana:
Inoltre, si segnala una decisa forza relativa nel mese di Marzo della nostra borsa rispetto alle altre, aspetto evidentemente positivo che, unitamente alla chiusura sui massimi suggerisce nuovi allunghi.
L’elemento negativo, invece, è rappresentato dalla debolezza del settore bancario (+0,25% settimanale) e l’incapacità (almeno per il momento) di superare i massimi di Gennaio:
La tenuta del trend rialzista del nostro listino è evidentemente favorita da una salutare rotazione settoriale.
Tuttavia, considerato il peso, è importante il sostegno da parte dei titoli finanziari.
L’impressione è che, anche nell’ipotesi (forse probabile) in cui il settore bancario dovesse superare i massimi di Gennaio, incontrerebbe presto grosse difficoltà nel superare in modo convinto la vicina trendline superiore del canale rialzista che, ormai da diversi mesi, sta respingendo ogni tentativo di allungo; se dovesse ripetersi tale comportamento con ogni probabilità si avvierà una discesa anche per il listino principale.
Ad ogni modo, al di là delle impressioni personali, a mio avviso la ricerca di un target finale al rialzo del Ftse Mib (che potrebbe essere vicino quanto distante) risulta esercizio sterile.
Molto più utile attendere sia il mercato a dircelo attraverso segnali (figure ribassiste) o il cedimento di supporti importanti.
Un primo supporto è rappresentato dal recente minimo registrato il 22 Marzo a 19.687 punti (vedi il primo grafico).
Inoltre, s’è già spiegato come i minimi della candela in cui è stato segnato il massimo rappresentano un supporto grafico importante.
Ciò premesso, prendendo come riferimento i dati mensili, poiché a Marzo è stato segnato un nuovo massimo mensile (20.495), ad Aprile tale livello di guardia si alza a 19.028 (minimi di Marzo).
Riccardo Fracasso
35 Responses to Ftse Mib: nuovi allunghi
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Buonasera Riccardo, innanzitutto graZie della risposta data in questi giorni, volevo ringraziarla , ma sempre molto impegnata. Poi le volevo per curiosità chiedere se ha fatto caso che con questa chiusura mensile siamo andati sopra per la prima volta in chiusura barra mese da Anni ed anni ad una trend line discendente di lungo periodo, roba tipo che parte da prima del 2007 ed era stata sollecitata l’ ultima volta e mai vinta nei massimi di inizio scorso anno…cosa ne pensa ? Grazie mille . Buonaserata
Salve Gianna,
quella trendline coincide pure con la trendline superiore della forchetta ribassista che di tanto in tanto pubblico.
Ne ho notato lo sforamento ma voglio attendere la chiusura di Aprile per escludere false rotture.
Saluti.
Riccardo
Bene Riccardo, grazie del consiglio , ma se così fosse anche ad Aprile , mi chiedo se non sia questo il segnale per investimenti di lungo periodo !?…mi spiego , sicuramente qualche storno sul Ns. Mercato arriverà e anche a breve , ma in un ottica non speculativa , bensi in un ottica di lungo , tipo 1 / 2 Anni, non potrebbe ripeto essere questo a fine Aprile il segnale di mettersi Long per un bel periodo lungo e quindi che senso ha aspettare valori che tutto sommato non potranno essere chissà quanto più bassi ? Grazie mille
Si è un’ipotesi plausibile, ma dobbiamo comunque fare i conti con una stagionalità che presto diventerà avversa ed una borsa americana che è in bolla, borsa che incide inevitabilmente sugli altri listini.
Poi, dipende anche dalla singola operatività di ognuno di noi: c’è chi attende conferme, chi non lo fa.
Io penso che sarà bene perlomeno rivalutare la situazione dopo quello storno cui lei fa riferimento.
Per chi invece desidera far il proprio ingresso ora, dovrebbe quantomeno cautelarsi con uno stop.
Saluti.
Certo Riccardo…l’ investimento personale ognuno ha il suo, ma io infatti le stavo indicando non “ora”, ma se a “fine di Barra di Aprile” (quindi escluse false rotture) fossimo sopra questa importante trend line di lunghissimo discendente, dico , quello secondo lei potrebbe essere un importante segnale di entrata in un’ ottica di lungo ? Quindi anche in linea a quella che mi sembra di capire, ormai leggendo da tempo i suoi commenti, sia la sua ottica d’ investimento sui mercati, cioè posizionarsi su segnali importanti e per lungo diciamo periodo e non per toccate e fuga in un verso o nell’ altro !?…gentilissimo e molto disponibile 😉
Sarà da rivalutare il quadro generale perchè, ripeto, andiamo incontro ad una stagionalità sfavorevole ed il trend americano non è assolutamente fresco ed è sostenuto esclusivamente dalla carenza di alternative.
Personalmente un ingresso da investitore a 360° lo vedrei solo dopo una correzione almeno fino al livello del 38,2% di Fibonacci, consapevole che la stessa possa essere preceduta prima da una correzione decisa (ma non così forte) e poi da un nuovo rialzo.
Ovviamente tra investitore e trader esistono svariate sfumature.
Tra queste sfumature, ci sta che alcune possano considerare un ingresso nel caso in cui i prezzi siano oltre la trendline, nel caso in cui si sia assistito comunque ad una correzione (non solo nostra ma anche americana) e ad un segnale grafico long al termine della stessa, ma comunque dubiterei, considerata la maturità del rialzo americano, che il rialzo abbia (in questa ipotesi) una durata di anni.
Aggiungo: in certi casi è più salutare andarsi a cercare il rendimento sulle correzioni di asset convenienti e con meno punti interrogativi.
Saluti.
Riccardo
Buongiorno Riccardo , come sempre grazie delle risposte. E’ vero il mercato Americano è in “bolla” e probablmente siamo alle battute veramente finali di questo rialzo incredibile di oltre 8 anni , ma quello che da qualche mese mi sto cominciando a chiedere e sto cominciando a supporre (in maniera del tutto personale) è la seguente teoria : E’ vero che siamo abituati a seguire gli andamentidi Wall Street in un verso o nell’ altro , anche se su questo ci sono notevoli differenze da chiarire , nel senso che quando wall street ha un ribasso noi perdiamo molto , quando sale noi saliamo il giusto e l’ onesto (questo è evidente , perchè con il cavolo che dal 2009 abbiamo fatto oltre il 300 % come ha fatto l’ S&P) e questa similitudine la ritroviamo bene o male dal 2000 guarda caso nei Mercati dei paesi europei così detti “più deboli” a cominciare da Francia, Spagna a scendere. Infatti l’ unico mercato dei Paesi europei che ha fatto faville (proprio come S&P) è stato il tedesco . Arrivo al dunque ! …e se il ribasso di un mercato come il nostro (ma anche di altri reputati deboli) iniziato inesorabilmente dai massimi del 2000 fosse stato dovuto agli ovvi cambiamenti Mondiali (utilizzo dell’ Euro , potere incontrastabile di Bruxelles, ecc…) che hanno ovviamente rafforzato la Germania , mentre la forza degli Stati Uniti derivi dalla sua posizione Leader nel grande gioco della “globalizzazione”…se tutto questo fosse arrivato ad un importante STOP !? ….In America TRUMP sicuramente non sarà un pro – globalizzazione e in Europa siamo sempre più soggetti a ribaltoni populisti e a rischio sfascio U.E. . Se tutto ciò avvenisse , non potrebbe creare un cosidetto “decoupling” sui mercati ? Ossia inesorabile crollo dei Mercati USA e DAX e cosa del tutto nuova risalita sul lungo periodo di mercati tipo ITALIA, FRANCIA , ecc… perchè ritroveranno una loro autonomia monetaria e legislativa negli scambi non più supervisionata da trattati e imposizioni europee ?!…in fondo il Made in Italy , il Made in France , e di altri “deboli” (fino ad ora) il Mondo continuerà sempre a richiederlo ?!….spero di essere stata chiara nella mia personalissima supposizione . cordiali saluti
Buongiorno Gianna,
per me assolutamente no.
L’eventuale crollo dei mercati leader implica un aumento dell’avversione al rischio che di certo non porterebbe gli investitori ad interessarsi di quelle più fragili.
Saluti.
Riccardo
Beh …la mia supposizione ,perchè questo è , ovviamente ipotizzerebbe un mutamento radicale di quello che è stato fino ad ora il sistema. Dove i Mercati/Paesi “fragili” potrebbero diventare quelli che ora sono i “forti”, forza a loro favore dovuta proprio alla posizione di predominanza su altri…Ma se tutto l’ establishment subisse un brutale cambiamento , probabilmente anche i ruoli muterebbero, e i deboli potrebbero non esserlo più ! …ammettiamolo basta documentarsi un pochino, per scoprire che la Germania che prima si, era sicuramente sinonimo di sicurezza ,ma comunque un esportatore nella media , da quando è nato l’ Euro è diventata il 4° esportatore mondiale !…se tutto il loro “castello” crollasse , e il Mondo sicuramente andrebbe avanti (alla faccia del terrorismo mediatico) visto che lo ha fatto dopo 2 Guerre Mondiali con Milioni di Morti e di tragedie immani, figuriamoci se non lo fa se l’ Erotower chiudesse i battenti , o Mario Draghi rimanesse senza lavoro ?!….dico se ogni Paese riassumesse la sua sovranità, magari dopo un primissimo periodo turbolento , chi può essere certo che l’ Italia non possa diventare qualcosa di più ?!….tengo a ribadire che la mia è solo un’ ipotesi è magari molto estrema , ma come dice sempre anche lei la sfera di cristallo nessuno ce l’ ha e proprio per questo non si può essere certi nell’ escluderla matematicamente. Grazie come sempre della sua disponibilità. Cordiali saluti
Giusto, la Germania è diventata economicamente molto forte (come lo era pure l’Italia qualche decennio fa) ma ad ogni correzione decisa da parte degli Stati Uniti il DAX non è mai andato in controtendenza, e già questa considerazione da sola risponde alla sua ipotesi.
Bisogna anche ragionare sulla domanda… l’Italia è uno dei tanti Paesi esportatori, peraltro povera di materie prime e, storicamente, seppur la crescita economica emergente rappresenti un’alternativa alla domanda americana, se crolla l’economia americana crolla l’intero castello.
Io non escludo (anche se al momento lo trovo alquanto improbabile) una rinascita italiana, ma pensare che possa avvenire senza il supporto dell’economia americana lo trovo un’ipotesi eccessiva (quindi da non considerare) anche per chi, come me, non scarta anche scenari estremi.
Buon weekend.
Riccardo
Puntualizzo solo un paio di cose , senza assoluta polemica , la mi ipotesi è per un futuro diverso , intendo che so benissimo che quando Wall Street ha avuto pesanti cali anche il Dax li ha avuti, come anche altri mercati , ma quando sono ripartiti ” il gatto è la volpe ” sono saliti molto bene solo loro 2. Quello che ipotizzo è se la U.E. cominciasse a sgretolarsi , se gli Usa con Trump si chiedessero al Mondo , magari questi mercati in un paio di anni si perdono il 50 % e un mercato tipo il nostro (ma non sarebbe l’ unico) dopo un primo periodo turbolento , ma non drammatico magari come il loro potrebbero in maniera sbalorditiva per molti raccogliere i capitali in uscita appunto da USA e Germania, chissà per quale nuova evoluzione…per intendersi , a Giugno tutti gridavano all’ oblio per i mercati inglesi se fosse passata la Brexit e invece !?…è stato davanti agli occhi di tutti che l’ inglese fu quello che nelle perdite immediate era il meno tragico, la realtà è che lì per lì soffriva chi rimaneva in un “club” dalle fosche prospettive future, a distanza di quasi una anno , il Ftse 100 è tutt’ altro che crollato ! Secondo , nello specifico caso Italia, ripartirebbe magari con la sua grande forza da sempre d’ esportatore del suo Made in Italy, non importa avere materie prime, non le ha mai avute, non a caso la Germania con il suo subdolo ruolo di leader (alla faccia del significato della parola UNIONE EUROPEA)ci fa guerra e ci tiene schiacciati attraverso stupidi trattati, leggi ed obblighi . Probabilmente in una situazione da me simulata , paesi come la Russia tornerebbero fra i principali “Players” ( nella mia ipotesi ovviamente con la caduta della UE, non esisterebbero più nemmeno le sanzioni alla Russia)…il concetto è che non è detto perché l’ America attualmente è quello che è per importanza lo rimanga per sempre !? Prima della seconda guerra mondiale gli Stati Uniti erano i 13esimi nel ranking mondiale dell’ economia, finita la Guerra diventano guarda caso i Primi (o poi dicono che sono intervenuti per Onore e umanità?! ), la Cina di ora non è quella di 40 anni fa dove erano tutti vestiti uguali …insomma, il Mondo non è nuovo a cambiamenti , a rimescolare le carte , a buttare a terra vecchi Leader è sancirne di nuovi, è sicuramente all’ inizio di queste mutazioni nessuno ci avvisa è in moltissimi non se ne rendono conto , proprio perché abituati a vecchi concetti. Magari mi prenderà per assurda, ma non penso che il mio sia uno scenario poi così estremo. Il Mondo è tondo ed è un puntino insignificante nell’ universo, quindi cosa ha in più un paese che in una rotazione di ruoli un domani non potrebbe averlo un altro !? Buona serata è scusi se ho fatto molti commenti sul suo sito…ma la discussione mi piace e questa è un’ idea che ho in testa da tempo.
Vado per ordine sparso cercando di toccare i punti principali.
Premetto che io sono tra coloro che ritengono un enorme errore (peraltro dimostrato dai fatti) la scelta di entrare nell’Area Euro da parte dell’Italia che, se avesse imparato dai recenti tentativi di Unione Monetaria Europea (tema che non mi è sconosciuto, tant’è che ho pubblicato un ebook: http://finanzaedintorni.info/ebook/storia-monetaria-europea/) avrebbe scelto di partecipare all’Unione Europea ma non all’Area Euro, come scelse a suo tempo la Gran Bretagna.
In più occasioni, in questa sede, ho criticato aspramente l’Area Euro ma è comunque giusto evidenziare che un’uscita rappresenterebbe un terreno inesplorato che non può escludere scenari inizialmente anche drammatici (talvolta necessari per una rinascita), anzi.
Nell’ipotesi di sgretolamento dell’Area Euro saranno notevolissimi i flussi in uscita dai mercati (non solo azionari) europei e gli Stati Uniti, con ogni probabilità, perderanno molto di meno.
Non dimentichiamo che solo qualche anno fa (2011 per esempio), quando si parlava di spaccatura dell’Area Euro la borsa americana chiuse l’anno invariato a fronte di crolli dei nostri listini.
Che poi successivamente (ma il percorso sarebbe lungo) alcuni Paesi saranno in grado di rinascere, questa è un’ipotesi che non può essere esclusa, ma che non implica assolutamente un decadimento della borsa americana.
Ciò premesso, è comunque errato metter sullo stesso piano la Brexit con l’eventuale uscita nostra: il Regno Unito non dovrà cambiare valuta, noi usciremo invece da un’unione monetaria… sono due cose molto diverse.
Com’è errato far i conti ora per quanto riguarda l’economia inglese visto che la Brexit si concretizzerà solo tra due anni.
A mio avviso, loro avevano fatto la scelta migliore in origine (dentro UE fuori Area Euro) e la recente scelta di uscire anche dall’Unione Europea implicherà più svantaggi che vantaggi (l’entità poi sarà tutta da vedere).
L’assenza di materie prime per un Paese con una valuta debole (Lira o chi per essa) conterebbe eccome, rappresentando un problema, anche se con ciò non voglio in alcun modo sminuire le risorse dell’Italia.
Anche questo rende più solida la situazione del Regno Unito (che di materie prime ne ha) rispetto al nostro.
Buon weekend.
Riccardo
Grazie per la risposta Riccardo , ma mi vedo costretta a rispondere (mi ero promessa di non occupare ulteriore spazio al suo sito), perché noto delle puntualizzazione che non corrispondono a quello che sto cercando di lasciare intendere nella mia ipotesi. Premesso che nel 2011 erano solo chiacchiere da giornale , lo spauracchio di spread , ecc…serviva solo per spodestare Berlusconi e farci mettere dalla Merkel quello che di fatto fin da allora abbiamo…UN GOVERNO PILOTATO. Allora non c’ erano rischi reali di sgretolamento, adesso direi invece di Si ! …e questo potrebbe essere un male per i crucchi , ma forse un bene per tutti gli altri schiavizzati ! Per quanto riguarda il paragone con lo UK, non sto ipotizzando di “se Noi usciamo”, sto ipotizzando che tutti usciamo , l’ € , la U.E. finish ! Per i tempi come saprà meglio di me i mercati anticipano, quindi per lo UK basta sapere che é certa l’ uscita , poi se è ufficiale fra 2 Anni poco importa , intanto la positività inizia ! Per il discorso Moneta , quando ognuno tornerà alla sua vedremo, la nostra potrà anche essere debole , ma il Made in Italy tutto il mondo continuerà a volerlo , miliardi di cinesi che consumano e vogliono prodotti europei….vorrò vedere quando il nostro sarà a metà prezzo (non alla pari come adesso con l’ €) rispetto all’ olandese o al tedesco , chi sceglieranno !?!….per concludere con il discorso USA, non ho detto che il loro “decadimento” sarebbe per il fallimento UE (anche se in parte un po’ c’ entrerebbe, fino a che c’ era Obama, con Merkel & co. Andavano a braccetto), dico che per loro sarà Trump a farli decadere, il suo non essere “pro globalizzazione”, che di conseguenza farà loro perdere leadership, sarà questo a parere mio la loro debolezza …saluti e grazie di nuovo
Preciso io poi non vado oltre anche perchè è lecito avere opinioni diverse.
Anche da punti diversi, però, è necessario non metter in discussione e considerare ciò che sono i punti fermi.
A maggior ragione nell’ipotesi di sgretolamento dell’intera Area Euro il paragone col Regno Unito non regge, tanto più che, ripeto, la Brexit non implicherà un cambio valutario.
Sono due eventi con portate ed effetti totalmente diverse.
La borsa anticipa ma non di due anni, per di più non può anticipare qualcosa che non conosce come lo scenario futuro e gli accordi che, ricordo, devono ancora essere presi.
Gli effetti della Brexit li conosceremo tra diverso tempo e comunque non sono paragonabili in alcun modo ad un sgretolamento dell’Area Euro.
Non ho scritto che nel caso di nostra uscita non possa esserci una futura nostra rinascita perchè conosco bene le nostre risorse, ma che nella fase che lei descrive come di ‘sgretolamento’ saranno enormi i flussi in uscita e di certo non a favore del nostro Paese.
Sulle ipotesi di decadimento a causa di Trump, questo non è escludibile a priori ma, dovendo basarmi sulla realtà del momento (stiamo parlando della prima economia al mondo), al momento non ne vedo i presupposti… magari in futuro li vedrò.
Il made in Italy ha successo anche (se non soprattutto) grazie alla domanda USA.
Gli Stati Uniti restano un Paese importatore, che importa, tra l’altro, da Paesi come il nostro.
Che poi col tempo il suo ruolo di Paese importatore possa ridursi ed essere condiviso con altri (mi riferisco ai Paesi emergenti) questo è vero ed è un processo già in corso, ma pensare che l’economia dei Paesi come il nostro (che, va bene le risorse, ma c’è pure il debito, come pure un sistema bancario in difficoltà, ecc.) possa splendere nel caso di un decadimento americano lo trovo utopistico.
Poi, come scritto ad inizio commento, ognuno può avere il proprio punto di vista ma è comunque giusto considerare la realtà.
Ad ogni modo, in questi 4 anni (governo Trump) vedremo se si realizzerà questa ipotesi.
Buona domenica.
Ciaoo Riccardo!! Anche io sono uno che la pensa come te sui mercati molto gonfi!! Ma penso che parte qualche rintracciamento ormai L Italia sia diretta L obb 21700 e da li poi X L estate si tireranno le somme. Ciaoo
Ciao Ale,
io penso che ora più che mai, proprio perchè ci sono elementi contrastanti, sia giusto fare poche previsioni, monitorare gli sviluppi e, nel caso, intervenire.
Saluti.
Riccardo
Un saluto a tutti e complimenti a Riccardo per il servizio che offre.
Solo per puntualizzare che come mi ha spiegato egregiamente un amico esperto di finanza, gli indici USA non sono in bolla, solo sopravvalutati. La bolla é quella che si manifestò fra 98 e 2000 e portò poi a crolli del 50%. Ora cali così sono poco probabili, magari buone correzioni anche del 5/10% ma non crolli che avvengono dopo le bolle
Salve Marco.
Premetto che non ho mai parlato di crolli del 50%, anche se nemmeno li escludo a priori.
Nel caso di correzione, le ipotesi sono due: o una correzione di medio termine o di lungo termine.
Al di là del parere personale di chiunque, sono gli indicatori (peraltro più volte illustrati) a dimostrare la presenza della bolla, quindi si sta parlando di qualcosa di oggettivo e non puramente soggettivo.
Ciò, ripeto, non significa comunque che la prossima correzione si rivelerà un crollo.
Saluti.
Buongiorno, come dicevo e come giustamente mi ha fatto notare questo mio amico, non c’è bolla se non può esserci crollo. Una bolla presuppone un esplosione della bolla, correzioni di almeno 20%. In caso contrario se si aspetta solo ritraccio é perché la bolla non esiste. O una o altra…
Assolutamente no.
Una bolla non implica necessariamente un crollo immediato.
Un esempio: il bund è in bolla da tempo ma finora ha solo corretto ma, ripeto, era ed è in bolla.
Inoltre, io non ho mai scritto che mi aspetto solo un ritracciamento ma ho evidenziato (attraverso dati oggettivi) la presenza della bolla che potrà in futuro sgonfiarsi in modo più o meno violento; una bolla che non esclude, come successo col bund, che il crollo possa essere anticipato da correzioni intermedie.
Quanto successo al Bund (ma è un semplice esempio) smentisce quanto asserito dal tuo amico.
Io rispetto opinioni diverse dalla mia, ma se si vuol negare la realtà dei numeri (come quelli che indicano la bolla) vi invito a non farlo su questo blog perchè si rischia di creare confusione tra i lettori.
Buona domenica.
Ciao.
Come ho detto s tempo debito, secondo il mio modesto parere ci potrebbe(se non c’è già) una lunga fase di distribuzione delle mani forti sul mercato americano e si sa che questi sono bravi a farlo senza impattare più di tanti sui valori dei titoli
Il crollo o grande correzione che diana ci sarà solo quando loro avranno finito di vendere ed il retail si accorgerà che rischia di rimanere col cerino in mano.
Nel frattempo, come penso, le mani forti stanno spostando i loro soldi in altri mercati tra cui quello italiano.
Questa idea secondo te Riccardo è frutto di fantasia o potrebbe essere un eventualità realistica?
Riccardo
Ciao Riccardo,
i grafici che rapportano S&P e Mib (che consente proprio di capire dove si stanno dirigendo i flussi) dimostrano che la tua tesi non è solo un’eventualità ma una realtà in corso dallo scorso Dicembre.
Più sale la propensione al rischio e più i flussi si dirigono verso investimenti percepiti dal mercato come meno sicuri.
Il dubbio sta nella durata di queste fasi che non sono comunque infinite.
Saluti.
Riccardo
Ciao
Il mio parere è che quando gli Usa correggeranno, correggeranno anche i mercati europei. Si può pensare che magari correggano meno in proporzione, anche se non lo vedo così probabile.
Per me chi crede a un ftsemib in salita con WS che flette vuol viver una speranza ( o illusione ), dimenticando quale sarà la condizione del nostro paese quando la BCE smetterà di comprare i nostri titoli di stato allo zero virgola…
Claudio
Condivido Claudio.
Saluti.
Riccardo
Le fasi distribuitive possono durare mesi se non anni, ed il mercato americano è davvero salito tantissimo e per molto tempo,quindi non possono vendere tutto e subito in quanto non smobilizzerebbero gli enormi capitali investiti nell azionariato ai valori che vorrebbero.
Detto questo io sono del parere che si salirà ancora , con le dovute correzioni salutari e pilotate, ma il nostro paese, con il mib a 24000 ,
era in piena recessione, con un pil sotto di oltre 2 punti e con disoccupazione ai massimi storici, oltre al problema banche con le sue incognite ancora non esploso.
Aggiungo Riccardo che se la nostra tesi e quindi l’ingresso di mani forti nel nostro mercato già da dicembre, mi sembra improbabile che si accontentino di 2000 punti per realizzare profitto.
Ovvio che sono discussioni che lasciano il tempo che trovano, ma che hanno una logica, per quel che conta in borsa
Buona serata
Buona serata.
Riccardo
RICCARDO Ciao
A questi livelli di prezzo il Mercato Equity a mio avviso non è profittevole in termini di rischio -rendimento . I multipli a cui vendono i mercati sono ai massimi sia negli Stati Uniti che in Italia: circa trenta volte per il mercato americano contro ventidue per il listino italiano, che essendo prevalentemente composto da aziende tradizionali sconta evidentemente minori tassi di crescita e dunque multipli inferiori. Ragion per cui sono abbastanza conservativo .
Giusto dire che la partita si gioca sul Dollaro e non su Petrolio o sull’Oro .
Al momento i mercati penso siano dollaro centrici . Ma credo sia importante che lo si debba analizzare anche in coppia con lo YEN .
Se l’USD si rafforza sotto 1.05 contro € e sopra 112 contro YEN avremo una chiara lettura rialzista del USD .
Che scenari si apriranno sui Mercati EQUITY ?
Possibilità di assistere a nuovi massimi?
Il fallimento della riforma del sistema sanitario, che avrebbe trasferito un maggior costo sulle spalle degli assicurati più anziani, sottrae circa mille miliardi di dollari alle casse del TESORO USA . Questi mille miliardi sarebbero serviti per abbassare la tassazione di impresa (circa novecento miliardi) e iniziare un piano di investimento nelle infrastrutture (circa cento miliardi), che grazie alla riduzione delle tasse avrebbe dovuto creare un volano di investimenti di circa dieci volte tanto, ancora il numero magico dei mille miliardi.
L’altra leva che l’amministrazione americana spera di attivare è quella della svalutazione del dollaro: qui potrebbe avere più successo quantomeno nei confronti dell’EURO perché la GERMANIA vuole un EURO forte. Lo stesso vale per il GIAPPONE , la cui banca centrale (come quella svizzera) ha oggi posizioni in titoli esteri che eccedono il valore del Pil: costruite con l’intento di contrastare la rivalutazione della divisa. Una volta qualsiasi economista avrebbe scommesso che le BANCHE CENTRALI avrebbero dovuto rientrare prima o poi da queste posizioni, ma il continuo apprezzamento de mercati finanziari crea grossi utili per questi istituti sul portafoglio titoli, prevalentemente concentrato negli STATI UNITI .
E non sembra che dai dati di inflazione arrivino informazioni che possano portare le banche centrali a smettere di stampare moneta: dopo una fiammata dovuta al rialzo dei prezzi del petrolio e delle derrate alimentari, entrambi non spinte dalla domanda ma da comportamenti oligopolistici da parte dei produttori di greggio e dei signori che oramai controllano il mercato alimentare mondiale .Nel corso della settimana appena passata sono arrivate conferme da Giappone, Stati Uniti e Europa che l’inflazione ha riiniziato a scendere. Si tratta di un circolo perverso per cui le banche centrali mettono soldi sui mercati finanziari, spesso all’estero, le economie reali per conseguenza non crescono e l’inflazione rimane bassa, consentendo alle BANCHE CENTRALI di stampare altra moneta e investire sui mercati finanziari. Oramai un inversione di tendenza a livello generalizzato può solo derivare da un Evento Imprevisto (” I CIGNI NERI DI TALEB”).
Prima o poi dovrà succedere perché per effetto di questo meccanismo la crescita dei mercati finanziari, paradossalmente, è antitetica a quella dell’economia reale: in ITALIA sono tre mesi che si fa finta che MPS non esista più, continuando a supportare operazioni di sistema, come l’aumento di capitale di UNICREDITO, che intendono trasmettere la sensazione di un mercato finanziario risanato. Di soluzioni per MPS, per le BANCHE VENETE e per CARIGE non ce ne sono ma sarà solo se i risparmiatori correranno allo sportello, e lo dovrebbero fare, che gli aumenti verranno varati, con il supporto statale o in regime di commissariamento per l’ITALIA . Sino ad allora, una stampa compiacente sembra in grado di continuare a convincere i risparmiatori che se la borsa italiana è negli ultimi tre mesi tra i migliori mercati……tutto va bene. Come si diceva sopra ,LE BORSE (soprattutto quella italiana delle piccole capitalizzazioni ) ,mai come negli ultimi tre mesi sono cresciuti per effetto dei FLUSSI , non dei miglioramenti delle economie. D’altra parte i mercati obbligazionari non offrono certo alternative interessanti: molti operatori del risparmio gestito e delle polizze a carattere assicurativo continuano ad allungare le scadenze per cercare rendimenti, in alcuni casi andando anche sul segmento dei perpetui: ma a quel punto meglio comprare azioni con un buon dividendo, o puntare sulla divisa, come ad esempio sulla STERLINA .
Se i FLUSSI non spingeranno più i mercati pure le BANCHE CENTRALI , come quella svizzera che oggi detiene centotrenta miliardi di azioni americane, tenderanno in media a ridurre il proprio bilancio per cercare di recuperare un minimo di credibilità che sembra decisamente compromessa . Certamente ci vorrà del tempo….
Nel frattempo vediamo cosa succederà in FRANCIA con le ELEZIONI ………..POSSIBILE EVENTO IMPREVISTO ????
Dovesse accadere ……
Altro che la BREXIT….TRUMP….REFERENDUM ITALIANO
Come sempre grazie per lo spazio .
Una TUA opinione in merito sarà molto apprezzata .
Buona Serata Maurizio
Ciao Maurizio,
in merito all’Italia, esistono alcuni criteri (P/E) che indicano sopravvalutazione ma altri (rapporto capitalizzazione borsa/PIL) forte sottovalutazione, mentre per quanto riguarda gli USA sono tutti molto univoci (ampia sopravvalutazione, bolla).
In un clima di propensione al rischio è sicuramente da preferire l’Italia ma, nel caso in cui dovesse girarsi completamente il sentiment non saremo certo noi a salvarci, perchè non siamo percepiti come un lido sicuro, anzi (facile immaginare che a quel punto tornerebbe d’attualità il tema delle banche, che non può considerarsi risolto solo perchè non se ne parli più, o se ne parli poco).
Per quanto riguarda le Banche Centrali, evidenzio che quella americana non stampa più da diversi anni.
In merito al cambio euro/dollaro, almeno stando a quel che è l’impostazione grafica che ho evidenziato nell’ultima analisi, al di là di possibili lievi e temporanei dell’euro, vedo probabile un rafforzamento del dollaro.
Per quanto riguarda le elezioni francesi, al momento non assegno grande importanza ma, al massimo, le vedo come un possibile (non certo) pretesto per far scattare un movimento importante.
Saluti.
Buon pomeriggio, vorrei chiederle Sig. Riccardo, da neofita del settore, se il crollo dei mercati del 1999 , resterà nella storia, o potrebbe sorprenderci di nuovi. ? Ricordo che in quel periodo avevo fondi azionari Julius baer, investiti nei mercati emergenti, rendevano il 150%….e poi crollarono , idem Europa.
Salve,
il crollo del 2000 resterà nella storia come anche quello avviatosi nel 2007.
Ciò che al momento distingue la situazione attuale da quelle è l’assenza di alternative, motivo per cui l’ipotesi di crolli del 50-60%, pur essendo possibile (specialmente nel caso in cui dovesse andare male tutto), al momento non è probabile.
Saluti.
Grazie,Sig. Riccardo, la seguo sempre , e traggo insegnamenti, dalla sua professionalità.cordialmente, saluti.
Prego, saluti.
Buona sera Sig. Riccardo, mi perdoni , ma viene spontaneo chiederle…..il mibtel oggi ha chiuso a 20.253 , come lei ha gia scritto (negazione del segnale ribassista ).Cosa accadrà secondo lei nei prossimi due giorni…proseguirà laterale?La ringrazio dell’attenzione.
Salve,
non sono un mago in grado di conoscere il futuro.
Valutiamo a finesettimana se ci sono novità rilevanti che ci diano delle indicazioni.
Saluti.
Buongiorno. La ringrazio molto, sig.Riccardo, gentilissimo.