Ad inizio Agosto, a conclusione dell’ultima analisi sull’oro, si scriveva così:
“Alla luce di quanto scritto, la debolezza di breve termine andrebbe considerata come possibile opportunità di ingresso, forti di un contesto grafico di lungo termine in miglioramento (oltre che di un quadro finanziario ricco di rischi e carente di rendimenti potenziali).”.
Tralasciando le correzioni di modesta entità, l’oro, al tempo a 1.258 dollari, dapprima allungò fino a 1.357 (8 Settembre) per poi dar inizio ad una discesa tuttora in corso, probabilmente giustificata dalla necessità di scaricare un significativo livello di ipercomprato giornaliero.
Alla luce di tale andamento osserviamo il grafico aggiornato:
La scelta del time frame settimanale rende il grafico molto compresso ma ci offre il vantaggio di evidenziarne maggiormente i dettagli.
Da molti mesi si sta parlando di fase inversiva per l’oro, fase che sta richiedendo una certa dose di pazienza, ma che finora non ha alcun elemento di smentita.
L’oro si sta dimostrando uno strumento estremamente tecnico poichè sta rispettando con notevole precisione i riferimenti grafici, aspetto che evidentemente c’è d’aiuto.
Dal massimo del 2011 ha rispettato per anni una trendline di massimi decrescenti e, al tempo stesso, dal 2013 i prezzi sono stati perfettamente governati da un canale ribassista pluriennale.
Nel Febbraio del 2016 l’oro è fuoriuscito dal canale, successivamente respinto proprio dalla trendline di lungo termine per poi ridiscendere verso la trendline superiore del canale, riconoscerlo e ripartire (il classico movimento di pull back).
Tale allungo ha permesso all’oro, quest’estate, di rompere la trendline di massimi crescenti, inviolata da quasi 6 anni.
Il superamento di riferimenti grafici rivelatisi molto solidi (canale ribassista prima e trendline di lungo termine poi) rappresentano passaggi molto importanti, puntualmente evidenziati in questo blog.
Quanto sta accadendo dal momento in cui i prezzi hanno oltrepassato la trendline di lungo termine (che attualmente transita in area 1.240 dollari) potrebbe anch’esso dar vita ad un pull back.
In buona sostanza, l’eventuale discesa in area 1.240 dollari potrebbe rivelarsi un’ulteriore occasione di ingresso.
Premesso che la chiusura mensile sui minimi rafforza l’ipotesi di ulteriori vendite, giusto evidenziare che la correzione dei pull back talvolta si spegne prima del raggiungimento dell’ex resistenza.
Tra i riferimenti grafici, da monitorare anche la trendline rialzista dell’RSI settimanale (vedi grafico), la cui eventuale tenuta potrebbe segnalarci una ripartenza.
Riccardo Fracasso
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