Il Ftse Mib  ha chiuso la seduta a 24.773 punti, registrando un -1,22%.

Il bilancio settimanale è pari ad un -0,38%.

Nell’analisi tecnica la sequenza di minimi crescenti costituisce il presupposto per il futuro tentativo di segnare un massimo crescente.

Tentativo fallito nel Maggio 2018 quando i prezzi, a contatto con la fortissima resistenza statica in area 24.500 punti (freccia rossa), sono stati colpiti da forti vendite.

Ciò, tuttavia, non ha impedito al mercato di segnare un nuovo minimo crescente, mantenere l’impostazione rialzista e, storia attuale, ritentare l’impresa.

I lettori più attenti ricorderanno che anche l’oro ebbe bisogno di più di un tentativo per rompere un’importante resistenza statica (area 1.375 dollari) e che, una volta superata, i prezzi schizzarono verso l’alto.

Come già scritto la scorsa settimana, l’eventuale chiusura mensile del Ftse Mib oltre area 24.500 rappresenterebbe un potente segnale rialzista.

D’altro lato, l’impostazione di fondo subirebbe un chiaro deterioramento grafico nel caso di cedimento della trendline di minimi crescenti (retta verde), che attualmente transita in area 19.000.

Si tratterebbe di un calo di oltre il 23%; pertanto il nostro listino in questi mesi si è costruito un ampio margine per poter correggere senza particolari problemi.

Tuttavia, esiste un’area graficamente importante più alta che, se rotta, indicherebbe già molto prima motivi di preoccupazione

Difatti, in area 22.000 convergono la media mobile a 200 giorni (che attualmente transita a 22.287 punti) ed il punto pivot centrale annuale (21.822 punti).

In tal caso si sta parlando di un calo del 12% dai valori attuali, un margine di correzione ben più ristretto, seppur considerevole.

Si noti, infine, che in settimana il Ftse Mib (massimo a 25.483) ha praticamente raggiunto l’area pivot R1 annuale (25.686).

Ad ogni modo, si conclude ribadendo che al momento il trend primario è rialzista.

Riccardo Fracasso

 

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