Dopo aver esaminato l’oro, andiamo ad analizzare i titoli auriferi prendendo come riferimento un etf aperto al dollaro:

In più occasioni s’è ripetuto come una sequenza di minimi crescenti rappresenta un presupposto per un tentativo di segnare un massimo crescente.

Si osservi dal grafico come Aprile ci ha finalmente regalato una chiusura mensile superiore ad area 28, che nel 2016 e nel 2019 coincise con i massimi annuali.

Quindi, quel che è riuscito all’oro l’anno scorso (rottura massimi 2016), solo ora è riuscito ai titoli auriferi (scoperti al rischio cambio).

Non che gli sviluppi debbano necessariamente ripetersi, ma ricordiamo che nel 2019 l’oro, dopo aver rotto area 1.375 dollari è schizzato in alto.

D’altra parte, nell’analisi tecnica la rottura convinta di una resistenza importante rappresenta un chiaro segnale rialzista che, pur non escludendo correzioni intermedie, ha buone possibilità di avere un seguito.

Più prematura, invece, la situazione dei titoli auriferi coperti al dollaro:

Nel mese di Aprile (penultima candela), infatti, si può osservare uno sforamento temporaneo dei massimi del 2016, ma non confermato in chiusura.

Ciò non esclude che possa avvenire in un futuro anche prossimo.

Nel caso di una rottura convinta dei massimi del 2016, un’eventuale pull back sugli stessi rappresenterebbe un calo con valenza positiva ed aprirebbe le porte ad ulteriori allunghi.

Ad ogni modo monitoriamo senza escludere alcuna ipotesi, ma esprimo sin d’ora la convinzione che i margini potenziali di rialzo, al di là delle correzioni intermedie, sono davvero significativi.

Riccardo Fracasso

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