Economia: dati e considerazioni
Dopo aver esaminato ieri, svariati grafici, oggi ritengo utile ribadire alcuni concetti di analisi fondamentale e condividere alcuni nuovi dati raccolti.
S’è già detto che in soli due mesi la disoccupazione americana è passata dai minimi degli ultimi 50 anni ai massimi degli ultimi 80.
La rilevazione di Maggio è in lieve calo (da 14,7% a 13,3%), ma resta su valori elevatissimi, nettamente superiori al picco del 2009 (10%).
Il fatto stesso che Trump festeggi una disoccupazione al 13,3% la dice lunga sulla situazione americana.
Negli ultimi due mesi sono fallite in media 1600 aziende al giorno!
Negli ultimi due decenni sono aumentati sempre più gli interventi delle Banche Centrali, soprattutto nelle fasi di difficoltà.
Così, è diventato normale credere che in qualsiasi situazione l’intervento delle Banche Centrali sarà in grado di salvare il mondo.
Doverose alcune considerazioni.
Come più volte affermato, la liquidità immessa dalle Banche Centrali per diventare efficace deve essere trasmessa all’economia reale.
I principali canali di trasmissione (i prestatori) sono due: le banche e gli investitori di titoli obbligazionari.
Per quanto riguarda le banche appare logico che in un contesto come quello descritto a inizio analisi (alta disoccupazione ed elevato numero di fallimenti) riducono il credito anziché aumentarlo.
In altre parole, in fasi come l’attuale, circola meno liquidità nell’economia, contrariamente a ciò che inducono a pensare i fiumi di denaro stampati dalle Banche Centrali.
Solo quando tornerà il sereno le banche riprenderanno a erogare denaro e la liquidità emessa dalle banche centrali avrà la possibilità di essere trasmessa all’economia reale.
Altrimenti non si spiegherebbe la più grave recessione del dopoguerra.
Già, la più grave recessione del dopoguerra e la borsa americana si sta avvicinando ai massimi storici… l’anticipo di una fortissima ripresa economica o si tratta di una bull trap?
Dal 2008 la FED ha stampato circa 7 trilioni di Dollari; si tratta di una cifra enorme, priva di precedenti storici (è bene ricordare che a provvedimenti straordinari corrispondono crisi straordinarie).
Cifra enorme, s’è detto, ma pari a nemmeno il 6% delle attività finanziarie in circolazione solo sul mercato USA (120 trilioni).
Pertanto, l’impatto delle Banche Centrali è più che altro mirato a mantenere positivo il sentiment di chi realmente fa il mercato: gli investitori.
Nel momento in cui il sentiment degli investitori inverte in negativo, l’incidenza delle Banche Centrale sui mercati diventa marginale.
Lo abbiamo visto due mesi fa, ma la maggior parte degli investitori tende a dimenticare.
Tutto ciò per dire che, in fasi come questa, è rischioso operare in borsa con la speranza o la convinzione che, mal che vada, ci sia sempre una mano gentile in grado di soccorrerci con successo.
Ce ne sarà sempre una che proverà a farlo, ma non necessariamente ci riuscirà sempre.
Riccardo Fracasso
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