In un’analisi di un anno fa si indicava come probabile per il 2020 il deprezzamento del dollaro e l’allungo dell’oro.
L’euro si è effettivamente apprezzato contro il dollaro di quasi 9 punti percentuali.
Anche l’oro ha rispettato le aspettative salendo e registrando persino il nuovo massimo storico a 2.075 dollari (6 agosto); circa un paio di settimane prima (18 Luglio) si propose, in riferimento all’intero comparto aurifero, il cambio di strategia da ‘accettare le correzioni pur di non correre il rischio di uscire anzitempo’ a ‘preservare quanto di buono fatto sfruttando eventuali allunghi’.
Si evidenzia come la prima volta in cui si mise sul tavolo l’ipotesi di un’inversione rialzista di lungo termine dell’oro fu il 5 Agosto del 2017, quando quotava 1.258 dollari (divario ancor più ampio per i titoli auriferi)!
Il 2020, inoltre, è stato contraddistinto dalla pandemia e da circa un mese (tra Febbraio e Marzo) di elevatissima volatilità sui mercati che non ha praticamente risparmiato nessun asset, per poi lasciar spazio a recuperi più o meno corposi.
Concludo con alcuni temi che a mio avviso caratterizzeranno il 2021, dei quali pubblicheremo, qualora necessario, degli aggiornamenti nel corso dell’anno:
- grano: l’uscita dal canale ribassista di lunghissimo termine segnalato lo scorso 3 Ottobre (al tempo a 573 dollari) mi porta a ritenere che tale asset presenti alte probabilità di essere tra i protagonisti dei prossimi anni;
- anche per il cambio euro/dollaro (10 Ottobre) s’è assistito all’uscita dal canale ribassista di lunghissimo termine, e ciò non fa che confermare la mia personale visione negativa sul biglietto verde già espressa un anno fa (scenario che a mio avviso potrebbe venir meno solo nel caso in cui dovesse esser messa in discussione l’unione dell’Area Euro). Le prospettive negative sul dollaro sono da tener in considerazione qualora si dovesse scegliere se esporsi su qualche materia prima con o senza copertura.
- la politica espansiva (tassi zero e QE) prevista per i prossimi anni resta pro-comparto aurifero, ma il trend maturo suggerisce di valutare il reingresso solo dopo decise correzioni.
- mercato azionario: l’assenza di segnali ribassisti mi porta a non escludere ulteriori allunghi che, però, avrebbero natura puramente speculativa; al tempo stesso, identifico come elevate le possibilità che nel corso del 2021 le borse occidentali subiscano nuove forti vendite per pulire, almeno in parte, gli enormi eccessi attualmente esistenti; in merito agli indici orientali si prevede una maggior forza relativa ma al momento sono portato a credere che, almeno nella fase iniziale di un eventuale crollo della borsa americana, non saranno immuni da discese.
- il mercato obbligazionario nel suo complesso non presenta valore offrendo rendimenti sempre meno appetibili; si ritengono particolarmente vulnerabili le emissioni con rating basso.
Ovviamente tali considerazioni andranno monitorate e, se necessario, modificate nel corso dell’anno appena iniziato.
Appare evidente come il contesto descritto (bolla obbligazionaria, bolla su mercati azionari leader come la borsa americana, svariati eccessi, ecc.) richieda una gestione attiva, creativa e ben diversa da una pianificazione tradizionale e dal classico ‘fai da te’.
Riccardo Fracasso
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