Riavvolgiamo il nastro:

  • il 2 aprile Trump annuncia nuovi dazi;
  • il 9 aprile pubblica il piano dettagliato delle tariffe.

A partire da quest’ultima data si apre una finestra di 90 giorni per negoziare accordi bilaterali con i vari Paesi, che ci porta al 9 luglio, mercoledì prossimo.

Domani (7 luglio), Trump invierà anticipatamente 12 lettere contenenti le nuove tariffe che saranno applicate in caso di mancata intesa; tariffe tra il 10 e il 20% per alcuni Stati e tra il 60 e il 70% per altri.

Quello che è un tentativo di fare pressione, è invece giustificato dal presidente americano come un modo per facilitare l’accordo.

Tra i 90 Paesi coinvolti, ad oggi il Vietnam è l’unico ad aver raggiunto un accordo completo, mentre è limitato quello che gli Stati Uniti hanno fin qui trovato con Cina e Regno Unito.

In altre parole: anche considerando accordi incompleti, siamo a 3 su 90.

Quel che appare certo è che rispetto a marzo, che tutte le esportazioni negli Stati Uniti aumenteranno almeno del 10%, senza scordare che dal 4 giugno su acciaio e alluminio gravano del 50%.

In tale contesto, la borsa americana viaggi su nuovi massimi.

La logica porta a ipotizzare un aumento della volatilità dei mercati per la settimana entrante.

Monitoriamo.

Riccardo Fracasso

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