Come atteso, mercoledì, per la terza volta consecutiva, la Federal Reserve ha lasciato i tassi invariati al 4,25-4,5%.

In una nota successiva alla riunione si spiegava “che i rischi di aumento della disoccupazione e dell’inflazione siano aumentati.”.

Il presidente della Banca Centrale americana Powell ha espresso la volontà di non compiere misure preventive e di mantenere un atteggiamento attendista per poter disporre di più dati.

É evidente come, se da una parte la crisi economica americana richiederebbe interventi espansivi, dall’altro le comprensibili preoccupazioni per una nuova fiammata inflattiva frenino l’azione della FED.

Le aspettative attuali prevedono ulteriori interventi espansivi (3 tagli dei tassi) entro fine anno, che saranno decisi il più tardi possibile per non incorrere nel rischio di stravolgimenti di politica monetaria.

Tagli superiori alle attese sarebbero favorevoli ai bond americani e sfavorevoli al dollaro, mentre tagli inferiori alle attese favorirebbero il dollaro e penalizzerebbero i bond americani.

L’idea è comunque che, almeno nel breve periodo vi sia almeno un po’ di valore inespresso nei treasury, mentre sul fronte valutario il dollaro parrebbe aver intrapreso un percorso di marcata svalutazione.

Riccardo Fracasso

Tagged with:
 

Comments are closed.

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.