Partiamo subito col grafico dello S&P 500:

Grafico nr. 1

 

L’indice americano ha chiuso a 1.385 punti, registrando un +1,91%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +1,71%.

Ultime sedute:

Grafico nr. 2

 La precedente settimana:

“La misura con la quale s’è oltrepassato il precedente massimo (1.374) è talmente ridotta da non consentirci di parlare di rottura ma di semplice sforamento, il che significa che ad oggi sembrerebbe esserci l’interruzione di quella sequenza di massimi crescenti di cui si parlava e la configurazione di un doppio massimo (figura di inversione ribassista).

E’ pur vero che in questo momento, seppur la preoccupazione sia ben fondata, siamo costretti ad usare il condizionale perchè tutti e tre i trend sono tuttora impostati al rialzo.

Una importante conferma dello scenario negativo la si avrebbe se si segnasse un minimo inferiore al precedente (1.325 punti).”.

Come potete osservare dal grafico, nella parte iniziale della settimana lo S&P500 haeffettivamente proseguito la discesa, ma la discesa s’è interrotta a ridosso della trendline ‘A1’ di minimi crescenti (primo segnale positivo) per poi risalire e chiudere al di sopra del precedente massimo crescente (secondo segnale positivo).

Il doppio massimo è stato quindi negato.

Altro elemento positivo è la presenza di tutti e tre i trend rialzisti.

Inoltre, come per il nostro Ftse Mib, anche per l’indice americano abbiamo la chiusura di seduta e quella settimanale sui massimi, che, come sappiamo, rendono probabili rispettivamente un nuovo massimo giornaliero (nella seduta di lunedì) ed un nuovo massimo settimanale (in una delle altre quattro sedute della settimana).

Il quadro grafico è evidentemente positivo, ma per lo S&P 500 come per tutti gli altri listini, vale il discorso che se le dichiarazioni di Mario Draghi dovessero essere disattese, si tornerebbe a scendere rapidamente.

Riccardo Fracasso

 

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