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Nelle ultime settimane i buoni dati sulla crescita economica e sull’occupazione, nonostante il raffreddamento dell’inflazione, hanno ridimensionato le aspettative in merito alla politica espansiva.

Le attese per il primo taglio sono passate da marzo a giugno, e per fine anno sono previsti tassi inferiori agli attuali dello 0,75%, anziché l’1,5%.

Le aspettative di una politica meno accomodante hanno ridotto l’appetibilità del mercato obbligazionario (in fase correttiva).

Per quanto tassi elevati costituiscano un problema serio per le aziende (significativi costi di finanziamento), a livello prettamente borsistico rendono meno allettante un’alternativa importante: i bond, per l’appunto.

Pertanto, in un simile scenario, i flussi non fuoriescono dal mercato azionario.

Scenario destinato a spezzarsi col sopraggiungere della crisi economica, che da una parte dovrà essere rispecchiata dalle borse e dall’altra avvicinerà una politica espansiva favorevole al mercato del debito.

Situazione che si interromperà col passaggio RISK ON => RISK OFF (propensione al rischio => avversione al rischio).

Al momento, la borsa riflette un sentiment chiaramente positivo, ma da anni si è scollata dai fondamentali.

In un anno elettorale come l’attuale, il governo farà ogni cosa per mantenere questo contesto.

Ad ogni modo, è bene evidenziare che il mercato azionario è complessivamente sopravvalutato, mentre quello obbligazionario, con ogni probabilità, ha visto il peggio lo scorso anno, pertanto ogni correzione è da valutare come possibile occasione di ingresso.

Riccardo Fracasso

 
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