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Concluso l’anno, andiamo a valutare le borse attraverso l’ormai noto criterio che considera il rapporto che intercorre tra la capitalizzazione della borsa e il PIL e lo pone a confronto con la rispettiva media storica.

La tabella classifica le borse in ordine decrescente di sottovalutazione.

Chiariamo: secondo questo criterio le borse con sfondo verde sono quelle sottovalutate/convenienti, mentre le altre sono quelle sopravvalutate/sconvenienti.

Semplificando in modo sin troppo eccessivo si potrebbe affermare che nella prima categoria si trova valore, mentre nella seconda no.

Ciò potrebbe indurre l’investitore a posizionarsi sin d’ora sulle prime ed evitare le seconde, ma le cose sono meno facili di quanto sembra.

Infatti, nel breve entrano in gioco fattori come il trend e la forza relativa che incidono nelle tempistiche dei riallineamenti.

Inoltre, all’interno dell’analisi è necessario tener in forte considerazione le prospettive economiche che, per esempio, possono rendere appetibile nel lungo termine la borsa di un Paese anche se attualmente risulta sopravvalutata.

La borsa italiana, storicamente sottovalutata, ora risulta sopravvalutata; si conferma il cosiddetto principio del mean reversion, secondo cui col tempo i rendimenti storici si spostano gradualmente verso la media a lungo termine.

Gli Stati Uniti sono estremamente sopravvalutati.

In linea generale l’occidente non offre valutazioni interessanti, al contrario delle borse asiatiche.

Riccardo Fracasso

 
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