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La scorsa settimana, esaminando l’oro, s’è messo sul tavolo un cambio di strategia che potrebbe essere riassunto nel passaggio da un accettare le correzioni pur di non correre il rischio di uscire anzitempo’ a un ‘preservare quanto di buono fatto sfruttando eventuali allunghi’.

Gli allunghi sono in corso.

Diversamente dal passato, il rischio di non riuscire a rientrare in futuro a prezzi più bassi rispetto a quelli di un’eventuale uscita si è ridotto notevolmente.

Al momento non si pensa a un’inversione di lungo termine del comparto aurifero, ma a una correzione piuttosto violenta.

In buona sostanza, non è necessariamente un addio ma un arrivederci.

Lo stesso cambio di strategia è esteso anche ai titoli auriferi il cui apprezzamento è stato ancor più sostanzioso, seppur con maggiore volatilità.

Dal profondo minimo di Marzo, in circa quattro mesi i titoli auriferi si sono ben più che raddoppiati, supportati da una sequenza di minimi crescenti:

Se per l’oro il rialzo è parabolico, per gli auriferi è persino verticale, quindi ancor più insostenibile.

Come potete vedere dal grafico, ho proiettato la retta dei minimi crescenti dal primo massimo, disegnando un potenziale (quindi necessita di conferme) canale rialzista.

Si osservi come i prezzi, in presenza di ipercomprato mensile (mai registrato nemmeno col massimo storico del 2011), ha raggiunto l’area intorno alla trendline superiore.

Ovviamente non sono escluse, in un ipotetico scenario ribassista, false rotture.

In ogni caso, il quadro grafico appare tirato.

L’attuale assenza di segnali ribassisti suggerisce di non escludere ulteriori allunghi, ma al tempo stesso esiste il rischio che il mercato si giri in modo brusco e improvviso, a maggior ragione sui titoli auriferi, essendo più volatili.

C’è un ultimo aspetto che mi preme sottolineare: nel contesto descritto col post di ieri, personalmente sono convinto che l’obiettivo principale degli investitori da qua ai prossimi mesi debba essere quello di ridurre la volatilità del portafoglio per affrontare serenamente un probabile ritorno di forti tensioni sui mercati.

L’intero comparto aurifero potrebbe/dovrebbe, almeno nella fase iniziale di un’eventuale ritorno di turbolenza, non essere immune alle vendite, tornando solo successivamente a essere considerato come un bene rifugio.

Va da sè che un eventuale ritorno nei pressi della trendline di minimi crescenti (semplice ipotesi di lavoro, sia chiaro!) andrebbe valutata come ghiotta occasione di reingresso.

Ad ogni modo, bene fare un passo per volta.

Riccardo Fracasso

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