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Negli ultimi articoli ho ribadito che il recupero in atto probabilmente non avrebbe potuto portare l’indice a chiusure superiori ai 14.900 ed oltre la 7+5 e la 25+5, salvo interventi imprevisti da parte delle organizzazioni internazionali.
Nel primo pomeriggio, infatti, un intervento imprevisto è stato annunciato: la Banca centrale europea ha comunicato di aver deciso insieme alla Banca del Canada, alla Banca d’Inghilterra, alla Banca del Giappone, alla Banca Nazionale della Svizzera ed alla Federal Reserve di agire congiuntamente al fine di fornire liquidità al sistema finanziario.
Forse non tutti ricordano che il 15 settembre la Bce, proprio come oggi, comunicò che insieme alle banche centrali degli Stati Uniti, del Giappone, dell’Inghilterra e della Svizzera avrebbe fornito liquidità illimitata al sistema finanziario.
Ribadisco quanto affermai allora: si sta parlando di prestiti e non di regali.
In sintesi, le Banche centrali raccolgono denaro per finanziare gli istituti finanziari.
Il problema è che se i vari istituti finanziari non dovessero riuscire ad onorare le scadenze di questi prestiti, saranno le stesse banche centrali a rischiare il collasso.
Sarebbe una catastrofe.
Abbiamo quindi una banca centrale (mi riferisco alla BCE) il cui capitale è costituito dai versamenti delle Banche Centrali Nazionali (BCN) degli stati appartenenti all’Area Euro (un’area debole) e che allo stesso tempo eroga credito ad istituti che sono sull’orlo del baratro.
Insomma…non mi sembra che il quadro che emerge sia così rassicurante.
Personale interpretazione: è un intervento disperato delle organizzazioni internazionali che, rassegnate all’idea di non riuscire a trovare in tempi ristretti un accordo per gli Eurobond e/o per la stampa di nuovi euro, non disponendo di altre cartucce cercano di guadagnare tempo ripetendo decisioni già prese.
Sono semplici palliativi, credetemi.
Tuttavia, è innegabile che gli investitori hanno accolto positivamente quanto annunciato:
Il nostro indice ha chiuso a 15.269 punti, registrando un 4,39%.
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La chiusura vicinissima ai massimi ne rende probabili di ulteriori nella seduta successiva.
Positivo il superamento della resistenza a 14.900 punti e la contemporanea inversione del trend di medio che ora è rialzista.
Se da una parte lo scenario tecnico (non certo economico) appare meno cupo, dall’altro è bene evidenziare che il trend di lungo è ancora ribassista e che il Ftse Mib continua a transitare all’interno di un ampio canale ribassista (delimitato nel primo grafico dalle rette decrescenti rosse).
Insomma, meglio attendere prima di stappare le bottiglie.
Riccardo Fracasso
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