Nelle ultime settimane è passata quasi inosservata una novità a mio avviso molto importante e purtroppo negativa.
Dal primo gennaio 2013, secondo quanto stabilito nel 2012 dal trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM), le nuove emissioni di titoli di stato con scadenza superiore ai 12 mesi (in Italia sono quindi esclusi i BOT) ed emesse dai Paesi dell’Area Euro possono essere accompagnate dalle CAC (Clausole di Azione Collettiva).
Tali clausole consentono all’emittente di modificare unilateralmente le condizioni (quindi scadenza, cedola, ecc.).
In altre parole, si è legalizzata la possibilità di ristrutturare il debito; quindi i sottoscrittori (delle emissioni accompagnate da CAC) sono così privati della possibilità di ottenere risultati nel caso decidessero di avanzare ricorsi legali in caso di default.
Va comunque sottolineato che un Paese può inserire questa clausola limitatamente al 45% del totale emesso durante l’anno.
Si tratta comunque di una magra consolazione.
Tale modifica altro non è che un ulteriore passo che ci allontana ancor più dall’era in cui i titoli di stato erano considerati Risk Free.
Nel caso di nuove tensioni sui rendimenti, le stesse, considerate le minori garanzie, saranno inevitabilmente amplificate.
Riccardo Fracasso
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