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Lo S&P 500  ha chiuso la seduta a 2.399 punti, registrando un +0,41%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +0,63%.

La scorsa settimana s’è evidenziato l’ingresso in una stagionalità (Maggio/Settembre) statisticamente sfavorevole per i mercati azionari e rialzista per la volatilità.

Una precisazione: tale stagionalità non offre garanzie assolute (talvolta non è rispettata) ma rappresenta comunque un lungo intervallo di tempo entro il quale, pur non escludendo finestre rialziste al suo interno, il più delle volte si manifesta una sostanziale debolezza e si innalzano significativamente le probabilità che si consumi una correzione significativa a, maggior ragione quando i mercati sono piuttosto tirati.

Ciò premesso, invitandovi a mantenere una certa elasticità di lettura, le correzioni possono essere classificate nel seguente modo:

  • BREVE TERMINE (1/2mesi) = un calo rapido inferiore  al 10% dai massimi, visibile sui grafici settimanali (meno su quelli mensili);
  • MEDIO TERMINE (3/9 mesi) = calo strutturale del 10-20%  solitamente articolato in più ondate visibile sui grafici mensili (meno su quelli trimestrali);
  • LUNGO TERMINE (10+ mesi) = calo primario con cambio di scenario e perdite superiori al 20%, visibile sui grafici trimestrali e spesso anche su quelli annuali.

L’ipotesi che io reputo principale è che nel corso di questa finestra stagionalmente sfavorevole si consumerà una correzione di medio termine.

Sia chiaro, si tratta di un’ipotesi, e in quanto tale andrà monitorata nel tempo e, se necessario, modificata o abbandonata.

Inoltre, tale scenario non significa in alcun modo che la correzione debba avviarsi entro pochi giorni (potrebbe succedere come potrebbe aver inizio tra qualche mese) e non esclude nuovi massimi nel breve periodo.

Il motivo per il quale al momento ritengo meno probabile (ma certamente non impossibile) una correzione di lungo termine è rappresentato dall’assenza di carenze.

Pertanto, ipotizzare una correzione di medio termine per il 2017 e magari quella di lungo termine nel 2018 (quando magari i bond torneranno ad offrire rendimenti appetibili) potrebbe essere uno sviluppo credibile.

Così fosse, l’eventuale correzione di medio termine rappresenterebbe un’occasione di ingresso da sfruttare, seppur non con orizzonti temporali non superiori a 2/3 trimestri.

Ad ogni modo, considerata la maturità del rialzo dei mercati leader, non si può scartare a priori l’ipotesi che quella che, nel nostro scenario di lavoro, inizialmente parte come una correzione di medio termine, si trasformi in qualcosa di più grave, specialmente nel caso di eventi negativi imprevisti che vadano ad appesantire il calo.

Sarà quindi bene approcciarsi ai mercati con la massima elasticità, non dando nulla per scontato.

Ora, mettiamo da parte le ipotesi di medio/lungo periodo per concentrarci sul breve:

S&P 500 – Forchetta rialzista

Magari al termine della prossima settimana o anche solo della seduta di lunedì si potrà dire qualcosa di completamente diverso ma, basando l’analisi su ciò di cui attualmente disponiamo, è giusto evidenziare come al momento sia presente un’impostazione rialzista che suggerisce nuovi allunghi e quindi nuovi massimi.

Riccardo Fracasso

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