Come noto, nell’ultimo decennio le Banche Centrali hanno attuato politiche monetarie espansive senza precedenti, ritrovandosi, ormai da tempo, senza ulteriori cartucce a disposizione.
Attualmente c’è chi (FED) ha già intrapreso, seppur gradualmente, la strada della normalizzazione dei tassi, e chi (BCE), comunque, ha ridotto il QE.
Si diceva che le Banche Centrali hanno esaurito le cartucce a disposizione.
Pertanto, mentre in precedenza la diffusione di dati economici era colta paradossalmente con positività dagli operatori, perchè avvicinava nuovi stimoli da parte delle Banche Centrali, ora, nell’impossibilità di attuarne di nuovi, è importante che gli indicatori siano positivi e che rappresentino, quindi, economie in grado di camminare con le proprie gambe.
Tra i principali indicatori economici, vi sono quello della disoccupazione, del PIL e dell’inflazione; di seguito proponiamo in sequenza quelli degli Stati Uniti:
Il dato sulla disoccupazione è l’unico, tra i tre, ad essere positivo, ma va anche ricordato che è quello più ‘lagging’ (ritardatario, di conferma).
Il PIL americano, invece, è sceso dal picco del 3,5% del terzo trimestre 2016 all’1,4% del primo trimestre 2017: un rallentamento molto brusco, se si considera che è avvenuto in due soli trimestri.
L’inflazione è scesa dal picco del 2,8% di Febbraio all’1,6% di Giugno.
Personalmente negli anni ho maturato la convinzione che l’utilità dell’analisi fondamentale per prevedere l’andamento dei mercati azionari sia di secondaria importanza, sia per il ritardo col quale gli indicatori sono diffusi sia perchè è l’equity ad anticipare l’andamento economico, non viceversa.
Ciò premesso, però, in una situazione come quella citata (esaurimento cartucce da parte delle BC), l’attenzione ai dati economici è elevata e solitamente incide.
Di conseguenza, nell’attuale contesto stona il rialzo della borsa americana degli ultimi mesi a fronte di dati di crescita economica deludenti, situazione che può essere giustificata solo da una pericolosa ondata speculativa ed ottimista che rischia presto di dover fare i conti con la realtà, con l’augurio (da parte dei rialzisti) che i prossimi dati economici siano sensibilmente superiori alle aspettative (a dispetto del recente taglio delle previsioni dell’FMI).
Riccardo Fracasso
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