Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso la seduta a 16.233 punti, registrando un +1,39%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -1,56%.
La scorsa settimana, si scriveva:
“Come potete osservare, nelle ultime 9 sedute il Ftse Mib si muove all’interno di un range piuttosto ridotto, con minimo a 16.370 punti e massimo a 16.828.
E’ lecito pensare che la rottura del supporto o della resistenza di questo range possa precedere un movimento abbastanza significativo.
Fino ad allora, noi dovremo considerare il nostro Ftse Mib in fase laterale di breve.
Ad ogni modo, al momento i trend ribassisti rendono più probabile lo scenario che vede la rottura del supporto rispetto a quella opposta.”.
Grafico aggiornato:
Dal grafico si può osservare come non appena il Ftse Mib è uscito dal range s’è reso protagonista, come da previsioni, di un movimento abbastanza significativo e che lo stesso sia stato effettivamente verso il basso.
D’altra parte, il rettangolo è solitamente una figura di continuazione ed il trend preesistente era discendente.
Sempre la scorsa settimana s’era indicato come primo obiettivo di un’eventuale calo area 15.912; durante la settimana il Ftse Mib non ha raggiunto tale livello, fermandosi a 16.010.
Lo slancio ribassista è stato tale da originare la formazione di un Gap down, la cui chiusura richiede una risalita almeno fino a 16.507 punti.
S’è più volte precisato che qualsiasi Gap che compare ad inizio movimento rappresenta un segnale di forza del movimento stesso (quindi ribassista) mentre annuncia un probabile indebolimento del trend se si forma dopo una fase di buona continuità.
Nel caso specifico la situazione è un pò ambigua (vedi grafico nr. 2) perchè, se da una parte è vero che il Gap down s’è formato su livelli ben distanti dal massimo dal quale s’è avviato il calo è ben alto (17.983), dall’altro è pure vero che in realtà è preceduto da un movimento laterale e non da un calo già ben avviato; in buona sostanza, l’impressione è che il Gap Down in questione vada più letto come un segnale di forza del movimento in corso (che è ribassista) che come l’annuncio di un suo probabile esaurimento.
Ad ogni modo, proseguiamo con l’analisi per ricercare la presenza di eventuali elementi utili.
Grafico:
Innanzitutto va sottolineato che le medie mobili spostate ci indicano tutti e tre i trend impostati al ribasso ed in particolar modo quello di lungo termine è in grado di reggere rimbalzi piuttosto consistenti senza invertire.
Nella cornice blu è evidenziata una configurazione a candele che si chiama Haramai Bullish.
Tale figura è composta da due candele, la prima lunga e nera, la seconda bianca ed il cui corpo è completamente compreso in quello precedente.
Il corpo della prima candela, come richiesto, eccede quello della seconda di oltre il 30%.
Il nome Harami (dal giapponese ‘donna incinta’) deriva dalla sua rappresentazione grafica che ricorda, per l’appunto, una donna incinta.
Come al solito, identificata la presenza di un configurazione a candele, verifichiamone l’attendibilità.
Innanzitutto valutiamo il posizionamento: essendo figura di inversione rialzista, deve essere preceduta da un movimento chiaramente ribassista.
Anche in tal caso, come per il Gap v’è incertezza, perchè se è vero che nel mezzo della Harami s’è segnato un minimo di rilievo, è pur vero che la figura è preceduta da un movimento laterale.
Ora procediamo con la compressione:
La candela ridotta è un Hammer, figura di inversione rialzista che pertanto conferma il messaggio originario dell’Harami Bullish in questione.
Dalla verifica (posizionamento e compressione) l’Harami non è bocciata ma nemmeno promosso a pieni voti.
Diciamo, mantenendo un linguaggio scolastico, che è rimandato.
Poco male, visto e considerato che in ogni caso l’Harami, potendo rappresentare anche una semplice pausa del trend ribassista in atto, necessita in ogni caso di conferme.
La conferma o la smentita arriverà lunedì; secondo alcune tesi una conferma dell’inversione si avrà nel caso in cui la prossima seduta dovesse chiudere al di sopra della chiusura odierna o, preferibilmente, superiore anche del massimo della prima candela.
A rafforzare l’invito ad attendere la chiusura di lunedì prima di giudicare la situazione tecnica, v’è inoltre il fatto che, come ben saprete, tra domenica e lunedì avranno luogo le elezioni.
Qualsiasi eventuale risultato all’insegna dell’ingovernabilità (assenza di maggioranza o maggioranza risicata) con ogni probabilità sarà accolto in malo modo dai mercati finanziari; un esito netto, invece, probabilmente vedrebbe il nostro indice proseguire il recupero avviatosi oggi.
Stando agli ultimi sondaggi pubblicati le probabilità di un risultato di ingovernabilità sono piuttosto elevate; d’altro canto, eventuali maggioranze più consistenti ottenute solo attraverso alleanze strette nel post-elezioni potrebbero spingere verso l’alto il nostro listino, ma sarebbero destinate a sopravvivere solo grazie a continui compromessi (che spesso significano la non attuazione delle riforme) o a morire entro pochi mesi, entrambe ipotesi sgradite dai mercati.
Insomma, comunque la si guardi, non si prospetta un periodo facile per la nostra Italia.
Riccardo Fracasso
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